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fallo il conclave insieme del mese di giugno del 1243, elesseno messer Sinibaldo del Fiesco genovese, prete cardinale di San Lorenzo in Lucina, grandissimo iurista e lo chiamorno Innocenzo IV. 11 quale in cardinalato era amicissimo di Federico; il perché subito li corseno piú messi a regata per nunciarli la letizia di tale elezione; ma lui solo, essendo tutti li altri suoi allegri, si dolse, e prognosticò che avea perduto un buon amico cardinale, il quale fatto papa li saria inimico: come fu poi. Perché avendoli Federico mandato li suoi dui primi uomini, giudici de la corte, ambasciatori, cioè messer Taddeo da Sessa e messer Piero da le Vigne, credea tutto il mondo che la pace universale de l’imperio e del sacerdozio allora dovesse seguire; ma Innocenzo occultamente mandò un messer Raniero cardinale con gente d’arme e tolse Viterbo, il quale si tenea per l’imperatore. Il perché Federico venne con l’esercito nel Patrimonio contra Viterbo e trattato certo accordo per alcuni cardinali, lasciò Viterbo e forni Montefiascone e di li andò ad Aquapendente; e stando li mandò l’imperatore di Constantinopoli Balduino, che allora era con seco, e il conte di Tolosa detto di sant’Egidio e li due giudici predetti de la sua corte a Roma a trattar la pace col papa. Quello che in secreto trattassino non trovo scritto: questo si sa, che la settimana santa il conte di Tolosa e li due giudici col mandato autentico di Federico, che fu letto in capella, giurorno che Federico staria in ogni cosa a l’obedienza del pontefice; onde ne la predicazione pubblica Federico fu pronunziato principe cattolico, e la fama andò per tutto Federico esser d’accordo col papa. Onde fece aprire tutti li passi per quelli che volevano andare a Roma; ma pare che essendo la settimana santa e li di di penitenza e di Pasqua fussino fatti quelli atti demonstrativi di pace e di concordia, ma che nondimeno restassino molte cose a concludersi. Per la qual cosa li predetti tre ambasciatori molte volte andorno poi a Roma e tornorno per fornire quello avevano cominciato de la pace; et essendo persuasi che finché il papa stesse in Roma mai concordia seguirla, fu operato che ’l papa venisse a Civita