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de l’imperio fusse chiamato Aquila, si come lui ne le sue epistole apertamente comanda. Cosi fu edificata l’Aquila, la quale in poco tempo fece grandissimo augumento e oggi è reputata potentissima terra nel regno. Fatto questo, venne a Capua Federico e di li partendosi passò ne la Marca d’Ancona e saccheggiò Ascoli e per la via diritta se ne venne a Ravenna con intenzione di subiugare tutta la Romagna; e al fine d’agosto l’anno 1240 con grossissimo esercito pose campo a Faenza, la quale in quel tempo era grossa cittá di giro di cinque miglia e molto potente in Romagna e ben difesa, essendone podestá un Michele Morosino patrizio veneziano. Durò l’assedio con somma ostinazione sette mesi, tutto l’inverno, die furono acque e nevi eccessive, ma li fece intorno case e alloggiamenti e ponti, tanto che l’esercito come in un’altra cittá posava a coperto; e infine l’ebbe per accordo. Ma una cosa degna di memoria fece in questo assedio Federico, riferita dal beato Antonino arcivescovo fiorentino ne le sue Croniche , la quale non mi pare sia da pretermettere. Avea consumati per le gran spese occorse tutti li suoi denari e gioie e argenti Federico, e volendo trovare rimedio alla indigenza nella quale l’esercito si trovava, fece formare una moneta di corame, la quale aveva da un lato la sua effigie, da l’altro l’aquila imperiale, e poseli per decreto il valore di un augustano d’oro che allora valeva un fiorino e un quarto, e comandò per tutto che quella moneta di corame a quel prezzo da tutti, venditori e compratori, in quella guerra si spendesse, promettendo per pubblico editto che finita la guerra qualunque si ritrovasse avere di quelle monete e a la camera fiscale le presentasse, li faria commutare e restituire per ciascuna di esse un augustano d’oro. Tutto fu inviolabilmente osservato: manifesto esempio che non la natura ma la estimazione de li uomini e la legge, con la consuetudine e opinione, fanno il valore e il prezzo a li metalli segnati.

In questo mezzo Gregorio pontefice chiamò concilio universale a Roma contra Federico, e avendo mandato in Francia a convocare li prelati occidentali per questo effetto, tre legati,