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propria e in perpetuo avesse ad essere de la Chiesa, e confermò la promissione, la quale aveva fatta in Aquisgrana a l’altra sua coronazione, de l’andare al soccorso di Terra Santa. Poi mandò in Alemagna Enrico suo primogenito, il qual fece coronare re d’Alemagna in Aquisgrana essendo ancora di etá di otto anni: al quale poi circa tre anni fece dare per donna Agnese figliuola di Leopoldo duca d’Austria. Fatte queste cose entrò nel reame di Napoli, e perché li conti Riccardo e Tomaso di Anagnia, fratelli giá di Innocenzo III, che tenevano alcune terre nel regno, erano stati seguaci di Ottone e occultamente con lui avevano macchinato di tórli il reame edam contra la mente e forse saputa di Innocenzo, deliberò castigarli: onde subito prese Sora e la Rocca d’Arce cacciandone il conte Riccardo, il quale lungamente tenne in ferri a Capua, poi Io mandò in Sicilia. E per forza prese e spianò da’ fondamenti Celano e caccionne il conte Tomaso, il quale si ridusse a Roma e il papa lo ricettò; de la qual cosa Federico piú volte si dolse; e li abitanti di Celano tutti mandò ad abitare in Sicilia. Cavalcò poi per il regno racquistando tutte le terre di Puglia e di Calabria e riducendole a vera obedienza, e composte le cose del regno di Napoli, passò in Sicilia con intenzione di levarla in tutto di mano a’ saracini: onde con potente esercito andando contra Mirabeth saracino, lo debellò in tutto e fecelo impiccar per la gola, et estirpò tutte le congregazioni de’ saracini e cacciolli per le montagne e per li lochi deserti, e alcuna parte ne disperse per il reame n Italia. Dappoi ordinate le cose di Sicilia, in Puglia se ne tornò.

Stando nel reame di Napoli Federico, qual cagione si fusse non è bene esplicata da li scrittori, Onorio pontefice escomunicò e depose Federico. Biondo e Platina ne le loro Istorie alcuna particolaritá non allegano, ma generalmente dicono che per flagizi e perfidie e rebellioni Onorio lo fece; il vescovo di Augsburg ne la Historia svevica dice che per frivole e minime cagioni lievemente mosso lo escomunicò: cosi dicono ancora li altri scrittori alemanni, che in quel tempo si trovorno.