Pagina:Codroipo - Dialogo de la caccia de' falconi, astori, et sparvieri, 1614.djvu/119

De li Smerigli, &c i o i ò due da loro fi pafcono in campagna, non mi e rimedio, che più fi poffano ricuperare. & però fi deue molto a quefìo batter riguardo: perchè tra queftì f&ne trottano digagliardtffirm j che, quantunque carichi di fonagli, ($r guernmenti t cy fenza quella Carne > che faluaticbi figliono hauere-y 5 la quale è la guida,&forza £ ogni loro gagliarda j nondimeno foglio no svolar e anche a la calandra, &*ne fanno moli giudicati così eccellenti s (efi trari, che ad effimi può con grandiffimogufio affifkr qualfl’voglia Prencipe._> 3 Ò* Signore-». Mà perchè il filarlo è molto pericolofo; rifletto a la facilperdita 3 che può fucceder de li Smerigli, che m tanta alteri fono condotti da la gagltardta di effe calandre -*, tif infinite moke perduti da la mtfla de gli intonimi, fono ò per congettura de* menù 3 ò per giudtcio de lo flrm^ero, che penfa effer m qualche miUa, 0 ho fio micino refa effa calandra 3 mercati, <& ffeffe molte indarno; per tutti i fio pradetti nfpetu il molo de la calandra ordinariamente’ e po co durabile -». Io ho meduto m Tremgi 3 (£fr in altri luoghi a quella Cittàfottopofii; doue quefìo nobile efirùttoemoltopratticato-, che, quando coffa il freddo r & continua ad apnrfì taria, non fanno più molar li Smerigli a le lodale: mà, chiamandogli alcune moke al lodm,gbtntertengonó fin al tempo de perntgont, per Io-molo de’ quali con mnafatti traina fi fanno perfetti, è ben mero- 3 cho fino’delicati, debolt>& non fipmfar con loro quella molta paiffa, chef farebbe c’enmno ffar mero. Màper non efferem quel paefe- quella copta di permgom,