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m De’Falconi,, &c. 85 ao ge,ÌT a colombe, c babbi am njita,fe ben non fono paijf’ati, nondimeno ne fono bemffimo. ir chi gli pedona ala. fianga,ir chi ne le fianze,ouero Jhe. ma a me piace più, che feno tenuti ne la Jha netta con la fra acqua ne la conca, pur che e (fa (Ha non fa fredda, ir humtda, ir tui alcuna <volrvedere il SoI<lj>. & prima, che fi cauino la fine del mefe d’Aprile, fa bifogno njoer otto,ò dtece dìpa/li liquidi. poi tolti in mano,ir forniti,fi acconcia loro il becco, (dfi le unghie, Iettandone fin che (i accommodmo a giufia proportene; ir così portandoli frejj’o in pugno dajfi loro alcuna r volta qualche purgatura con l’agarico, & con l’a l° e ne ^ bambace, ir facendolo ffejfo tirarefi danno loro pafit liquidi. ir ancorché t con di rullilo, ir dtcafirato fieno pafii liquidi } tuttauia non mi piace continuarli: perchè li mangiano a grandiffime beccate con tanta fretta, che non pofjono lorogiouare 3 ir ejj’er di molto profitto nel digerire, ben mi piace il polUfirello, ir ffecialmente le cofae: perchè beccano con fora 3 ir fatica. ilpajfero ancoragiouane è paflo affai buono, ir ogni altra forte d’uccellinogiouane, chefìafrefco,ÌT non trauagliato. ne fi debbono dar loropaftt di due qualità: perchè li trauaghano molto, ir poffonofar loro filandre,@r patir di altri mali. ir fe lo Jtruzgiero fintroua ad bauert-? fraruiere da lui cono fiuto di ’•valore,ir cor aggiofo,non dette farlo e volare a pernioni piccioli, ma affettar, cbabbtano for^a: perchè ^vfandolt a quella poltroneria di pigliarli picciolhcbe non hannogagliarda,ne forza, facil cofa è, che anditi ta per lo difilafct di e fa fila, che è a tarludando loro p I