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14 | Codifica numerica del segnale audio |
Fig. 1.6 - Costruzione di una caratteristica di mascheramento a partire da filtri uditivi. Una possibile tecnica è quella di ricorrere ad un segnale mascherante a frequenza e livello fissati, registrando il livello minimo udibile di segnali di prova a frequenza variabile. Il segnale mascherante è solitamente rumore a banda limitata, mentre il segnale mascherato è un tono sinusoidale. È intuitivo pensare che il contributo al mascheramento dei segnali di prova da parte del mascherante sia proporzionale all'uscita dei relativi filtri uditivi. Fissata la potenza del segnale mascherante, l’entità del mascheramento per un segnale ad una data frequenza si può pensare proporzionale all'ampiezza che la caratteristica del relativo filtro uditivo assume alla frequenza centrale del segnale mascherante. L’andamento della caratteristica di mascheramento è quindi ricavabile per punti considerando una famiglia di filtri uditivi, ricavando per ciascuno di essi il livello alla frequenza del segnale mascherante e riportando tale livello alla frequenza centrale del filtro stesso [Moo89]. Dato che le caratteristiche dei filtri uditivi hanno banda crescente al crescere della frequenza centrale, le intersezioni risultano maggiori per le frequenze più elevate che non per le frequenze minori. Di conseguenza, la caratteristica di mascheramento risulta asimmetrica, con il ramo a frequenza maggiore che presenta una pendenza minore rispetto a quella del ramo a frequenza minore.
Se si considera come segnale mascherante un tono sinusoidale, le caratteristiche cambiano leggermente. In tale caso, infatti, si presentano battimenti che, con le loro variazioni periodiche di livello, possono rivelare la presenza