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284 | Codifica numerica del segnale audio |
Tape) della Sony, all'adozione di un sistema meccanico di lettura/scrittura basato su di una scansione elicoidale del nastro tramite una testina rotante, analogamente a quanto già adottato nei sistemi di videoregistrazione.
Sempre nell’MPEG Audio, si trova, come Layer II, un algoritmo che, pur derivando anch'esso dal MUSICAM, è in grado di ottenere rapporti di compressione più elevati del Layer I tramite una codifica di sorgente dei dati prodotti e lo sfruttamento di fenomeni di mascheramento temporale. Queste migliori caratteristiche si traducono, però, in un conseguente incremento della complessità del codificatore/decodificatore (fig. 7.13). Il bit rate di uscita è sempre fisso, ma selezionabile tra 14 differenti possibili valori che vanno da 32 a 384 kbit/s.
Fig. 7.13 - Codi fica MPEG-l/Audio Layer II.
Pur utilizzando lo stesso modello psicoacustico del Layer I, nella codifica si considerano 3 sottoblocchi consecutivi di 384 campioni, con 1152 campioni complessivi per blocco. L’obiettivo del raggruppamento di tre sottoblocchi del segnale, è quello di condividere gli stessi codici che identificano la quantizzazione implementata, sfruttando il mascheramento temporale dell’apparato uditivo. Infatti, in condizioni stazionarie, è possibile mantenere la stessa bit allocation per i 3 blocchi, mentre in presenza di transitori, è necessario trasmettere due o tutti e tre i codici di bit allocation. Per decidere se è possibile