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264 Codifica numerica del segnale audio

fenomeni di mascheramento, è possibile sia adottare quanti tali che il rumore di quantizzazione venga mascherato dal segnale, sia eliminare alcune componenti armoniche del segnale di dinamica modesta, che comunque non verrebbero percepite.

In ogni caso è necessario rappresentare il segnale in un dominio differente da quello del tempo. Considerando per semplicità una rappresentazione in frequenza, la trasformazione può avvenire in due modi distinti. Dato un segnale discreto x(n) e considerato un blocco di campioni pesato tramite una finestra h(n), la sua trasformata di Fourier è definita come

  (7.1)

Questa trasformata è funzione di due variabili: l’indice temporale n e la pulsazione cu. Se si tiene fissa la pulsazione co = Cù o, la trasformata è interpretabile come 1 ’uscita di un filtro con risposta impulsiva h(n) ed ingresso pari al segnale modulato x(n) e-i“o n, cioè

  (7.2)

La modulazione introdotta nella trasformata ha Io scopo di riportare nell'intorno dell’origine una porzione del segnale, la cui banda è fissata dal filtro adottato. Al variare di co 0, si suddivide lo spettro del segnale in blocchi, analogamente a quanto avviene per mezzo di un banco di filtri passa banda (codifica per sottobande). Il flusso continuo emesso da ciascun filtro è poi codificabile con le tecniche tipiche dei codificatori di forma d’onda (vedi par. 7.2).

Viceversa, se si tiene fisso l’indice n = nO,XnO(j(0) è interpretabile come la trasformata del blocco di campioni [h(nO m) x(m)] centrato sull'istante

  (7.3)

Trasformando ciascun blocco del flusso numerico, si ottiene una rappresentazione in frequenza, i cui coefficienti costituiscono la codifica del segnale stesso (codifica per trasformate) (vedi par. 7.3).

Sebbene le due tecniche siano simili nell'impostazione (fig. 7.1), codifiche per trasformate eseguite su blocchi estesi di campioni permettono