Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
263
7
CODIFICA NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA
7.1 GENERALITÀ SULLA CODIFICA NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA
Le codifiche di forma d’onda e per modelli precedentemente presentate lavorano essenzialmente nel dominio del tempo. In tal modo risulta difficile estrarre alcune ridondanze presenti nel segnale che richiedono un’analisi in frequenza dello stesso. In particolare, gli aspetti su cui è possibile lavorare con un’analisi in frequenza sono:
- diversa struttura del segnale vocale. Lo spettro del segnale vocale può essere suddiviso fondamentalmente in due bande. Nella banda al di sotto dei 2 kHz si trovano le componenti relative ai suoni vocalizzati che richiedono un’estrema cura nella codifica. Nella banda superiore dello spettro si trova il contributo dei suoni non vocalizzati che, essendo approssimabili a rumore, sopportano codifiche meno curate senza un proporzionale degradamento della qualità percepita;
- differente dinamica delle componenti spettrali del segnale. All'aumentare della frequenza, la dinamica del segnale tipicamente diminuisce. Questo permette di adottare quantizzatori che, fissa l’ampiezza del quanto, abbiano estremi di saturazione (e quindi numero di livelli) che variano in funzione della frequenza del segnale;
- effetti di mascheramento presenti nell’apparato uditivo. A causa dell’impossibilità di percepire dettagli del segnale che si trovano al disotto della soglia di udibilità, soglia che viene influenzata da