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5 - Codifica numerica di forma d’onda con memoria 153

La trattazione precedente è basata sull'ipotesi di segnale stazionario e funzione di autocorrelazione nota. Se così fosse, stabiliti i coefficienti ottimi del predittore, questi potrebbero rimanere fissi per tutta la codifica del segnale. In pratica i segnali da codificare non sono stazionari, per cui le prestazioni ottenibili sono limitate. Nel caso di segnale vocale, ad esempio, utilizzando coefficienti di predizione fissi derivati dall'andamento medio della funzione di auto-correlazione, non si notano miglioramenti apprezzabili del guadagno all'aumentare dell’ordine del predittore oltre il terzo [Jay84] (fig. 5.17).

Fig. 5.17 - Guadagno di predizione per predittore a coefficienti fissi.

Per migliorare la predizione è necessario considerare finestre temporali all'interno delle quali il segnale è approssimabile come stazionario e poi aggiornare periodicamente i coefficienti del predittore tramite una stima della funzione di autocorrelazione ricavata dai campioni. Per la stima dell’autocorrelazione (come per la stima del valore efficace nella quantizzazione adattativa) si possono seguire due strade (fig. 5.18). La prima (predizione adattativa in avanti: APF) calcola un’approssimazione della matrice di autocorrelazione a partire da blocchi di campioni del segnale ancora da codificare (predizione a blocchi).

Questo metodo richiede un differente criterio di ottimizzazione per il calcolo dei coefficienti del predittore. In particolare, il criterio scelto è quello di minimizzare non l’errore quadratico medio, ma la sommatoria degli errori quadratici