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se non quando non si trova alcun ascendente nè alcun collaterale in una delle due linee.

L. 1, cod. de legittimis haeredibus. — Novell. 84, c. 1.

734. Eseguita questa prima divisione tra la linea paterna e la materna, non ha più luogo alcun’altra divisione tra i diversi rami; ma la metà devoluta a ciascuna linea, appartiene all’erede, o eredi, che si ritrovano in grado più prossimo, eccettuato il caso della rappresentazione, come sarà dichiarato in appresso.

735. La prossimità della parentela si stabilisce seguendo il numero delle generazioni: ciascuna generazione si chiama un grado.

L. 10, §. 10, ff. de gradibus et affinibus.

736. La serie dei gradi forma la linea: si chiama linea retta la serie dei gradi tra le persone che discendono l’una dall’altra; linea trasversale, la serie dei gradi tra persone che non discendono le une dalle altre, ma che discendono da uno stipite comune.

Si distingue la linea retta, in linea retta discendentale, ed in linea retta ascendentale.

La prima è quella che lega lo stipite con quelli che discendono dal medesimo; la seconda è quella che lega una persona a coloro dai quali essa discende.

L. 1, ff. de gradibus et affinibus.

737. Nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni: così il figlio è rispetto al padre nel primo grado, il nipote nel secondo; e reciprocamente il padre e l’avo rispetto al figlio ed al nipote.

L. 10, §. 9, ff. de gradibus et affinibus.

738. Nella linea trasversale, i gradi si computano dalle generazioni, cominciando da uno de’ parenti, e salendo sino allo stipite comune, esso non compreso, e discendendo da questo sino all’altro parente.