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gnava invece l’avvicinarsi a gran passi della nostra sventura.

A nulla valsero le sollecite cure che quel Venerando Prelato con affetto, che debbo dire materno, e che non dimenticheremo mai, prodigò all’infermo, non l’opere dei suoi Famigliari, dei Religiosi delle Scuole Pie, di noi suoi figli, non il sapere dei Sanitarii con segnalato impegno frequenti al capezzale. Il male incalzava senza sosta, e il desiderato nostro Pastore alle ore 18 e 45 tra lo spasimo nostro e le lagrime di tutti era sottratto a questo mondo.

Non sì tosto si diffuse la notizia infausta che fu visto un accorrere affollato all’Episcopio. Giovani studenti di animo gentile, ascritti al Circolo Cattolico Pio VII, composero di corto una guardia d’onore che vegliava a custodia della salma: specchiati Sacerdoti secolari, appartenenti ad Ordini Religiosi: fedeli d’ogni sesso e ceto si alternavano senza interruzione a pregare intorno, e baciandone le mani, ne lamentavano con vivo sentimento la morte tanto accelerata, la fresca età, e la mitezza soave del contegno. Di sì bella carità Dio li rimeriti.

Intanto quel Reverendissimo Capitolo con quello slancio generoso che desta vivo senso di ammirazione, non badando a spese, ma pur solamente a questo di onorare gli avanzi del Vescovo non suo, dispose sfoggiati funerali, nei quali Mons. Boraggini compiè l’assoluzione di rito.

E qui dobbiamo anche rendere vive grazie alle Civili Autorità tutte di Savona, che ci agevolarono con isquisita cortesia il compito molteplice del riportare le