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Storia, spontaneità confermata pienamente da tutti gli altri testimoni oculari, lo Spada stesso, due pagine dopo, avrebbe aggiunto questa impreveduta e imprevedibile considerazione, la quale fa l’effetto di una scoperta di un altro nuovo mondo? Ecco la doccia che, sul proprio entusiasmo di poco prima, getta il terribile comm. Spada.

«Ad onta di ciò per altro diciamo e sosteniamo che mancò la spontaneità della prima dimostrazione, dalla quale tutte le altre sono derivate, e che se non fosse stata cosi bene organizzata preventivamente in guisa da fare comparire spontaneo e naturale quello che era calcolato e artificiale, il tripudio non accadeva, il papa non si mostrava alla loggia del Quirinale, la benedizione non avrebbe avuto luogo, le muse si tacevano, i giornali non parlavano, e le Provincie non avrebber fatto eco alla capitale, se la capitale fosse restata muta. L’atto avrebbe esistilo, i beneficati avrebbero fruito del beneficio, ma tutto ciò si sarebbe passato tranquillamente, mentre coll’astuzia della prima dimostrazione il mondo andò a poco a poco in fiamme»1.

E si può legittimamente inferire che, se non era quella maledetta organizzata dimostrazione artificiale, tutti sarebbero rimasti quieti e mogi a deliziarsi nella felicità di un Governo che, fino dal memorandum delle cinque potenze del 1831, era giudicato medioevale, negazione di civiltà e di progresso, e assolutamente insostenibile e impossibile; in Francia non sarebbe avvenuta la rivoluzione di febbraio; a Milano non sarebbero succedute le cinque giornate; i Viennesi non si sarebbero sollevati; in Germania e in Ungheria non sarebbero accadute le rivoluzioni che accaddero, e oggi, anche oggi a Roma avremmo il Governo teocratico col Santo Uffizio, col tribunale dell’A. C., con la Congregazione del Caravita, viaggeremmo pacifici in diligenza, gireremmo per la città allo squallido chiarore dei lampioni ad olio, senza l incomodo della luce elettrica, delle ferrovie e di tanti altri pretesi miglioramenti, prodotti dalle cosi dette conquiste della noiosa civiltà e dell’abominevole progresso!


  1. E. Spada, op. e luogo cit., pag. 59.