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52 | ciceruacchio e don pirlone |
identificato nella istituzione Papato, basterà che i cardinali, i vescovi, i gesuiti, rappresentanti di quella istituzione, suscitino qualche scrupolo nel debole e mobile animo suo, basterà che gli susurrino all’orecchio che papato e libertà sono inconciliabili, che il papato italiano non può essere perchè è cattolico, cioè universale, perchè le dottrine giobertiane, le quali alla prima impressione a lui sembravano eccellenti, divengan tosto diaboliche e sian da lui rifiutate e reiette.
Come si vede, adunque, il successore di Gregorio XVI era nel momento in cui fu eletto - l’uomo del suo tempo, l’uomo adatto alla situazione.
E tale egli si manifestò, fin dai primi atti del suo pontificato. Le deputazioni, che accorrevano a Roma, dalle provincie,. per rivolgere indirizzi di felicitazione, al nuovo Pontefice, presentavano altresì indirizzi invocanti amnistia e riforme. E il giorno 16 luglio 1846, un mese appunto dopo la sua elezione^ Pio IX largiva l’editto del perdono a tutti i condannati alla prigionia e all’esilio per colpe politiche: onde, dimostrazioni entusiastiche di gioia irruppero dall’animo commosso delle popolazioni: e quelle grida festanti, quegli applausi calorosi,, unanimi, mentre inebriavano colui cui erano tributati, il quale, per l’indole sua vanitosa, era accessibilissimo alla lusinghiera dolcezza delle lodi, inebriavano altresì le popolazioni che glieli tributavano, e specialmente la romana; e, checchè ne dicano alcuni storici papalini, specie lo Spada, quegli applausi e quelle lodi furono spontanee e sincere, non soltanto perchè lo editto del perdono restituiva a oltre mille famiglie- i loro cari, o prigioni, fuggiaschi1, ma, precipuamente, proprio perchè quell’editto era considerato da tutti come l’inizio di un’era no-
- ↑ Achille Gennarelli, Il Governo pontificio e io Stato romano, documenti, ecc., Prato, tip. Alberghetti, 1860. Nel vol. II, in appendice dà l’elenco degli amnistiati, che, secondo i documenti da lui rinvenuti nel 1860, nelle quattro Legazioni, ascesero, in tutto, a 851, e cioè: 394 detenuti e 476 emigrati; gli esclusi, perchè o sacerdoti o già impiegati civili e militari furono 55. Però io credo che il calcolo del Gennarelli vada completato con altri documenti esistenti negli Archivi di Roma e che egli non potè avere sott’occhio nel 18G0, quando diè fuori l’importante sua pubblicazione: il credo perciò che il numero degli amnistiati, in tutto lo Stato, oltrepassi e numero di 1000.