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496 | ciceruacchio e don pirlone |
la guardia. Ritornando sull’argomento dell’Aggiunta, oggi mi è stata presentata un’istanza sottoscritta da 160 cittadini, dove si dimostra l’arbitrio da essa usato e dove mi si chiede di sciogliere affatto l’azione che aveva assunta, anche con atto pubblico. Io mi vado studiando di quietare gli animi, ma sono fra loro così discordi che non posso francamente promettermi di ottenerlo così presto come vorrei. Tuttavia voglio lusingarmi che, colla pazienza, sorga alfine la desiderata riunione degli animi, dalla quale dipende la quiete pubblica e l’unità di pensieri al pubblico bene della patria.
Con distintissima stima e considerazione, passo a raffermarmi.
Di V. S. Ill.ma
- Ferrara, 6 aprile 1848.
Devotissimo servitore L. Cardinale Ciacchi. |
Al signor Ministro dell’interno, Roma.
Documento N. XLVIII.1
N. 3181 Segr. Gen.
- Illustrissimo signore signor padrone colendissimo
L’ordine del giorno, di cui unisco copia, pubblicato dal signor Generale in capo Durando, ha oltremodo acceso lo spirito italiano e posti gli animi nella fiducia di conseguire sollecitamente una completa vittoria, e gli evviva a Pio IX non hanno nè limiti, nè confini. Nel colmo della gioia è aumentato di conseguenza l’astio verso gli Austriaci, e più voci si sono sentite che, se qualcuno di loro girasse par la città converrebbe darlo al furore del popolo. Per evitare che ciò accada, ed anche per non mettere in ispavento la popolazione, perchè la fortezza potrebbe fare una qualche dimostrazione offensiva verso la città, ho pensato di avvertirne il Comandante affine impedisca la sortita dei soldati, e puranche degli ufficiali, poichè è tale tanto l’ardore e l’effervescenza popolare che non potrei essere in grado di promettere la continuazione del contegno e della moderazione, che fin qui ha egli esperimentato. Gli ho pure insinuato di ritirare nel forte i malati, perchè quantunque guardati da un picchetto di Svizzeri, sortono sempre i convalescenti, e d’altronde avendo gli uni e gli altri presso di loro le armi, potrebbe accadere un qualche sconcerto. Questo mio avviso è a fine di bene; e spero venga come tale accolto. Sentirò cosa mi risponde.
Null’altro, fuori della continuazione dello stato solito di tranquillità, ho da riferire, e passo quindi, colle proteste di distintissima stima e considerazione, a raffermarmi.
Di V. S. Ill.ma
- Ferrara, 7 aprile 1848.
Devotissimo servitore L. Cardinale Ciacchi. |
Signor Ministro dell’interno, Roma.
- ↑ Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 23. Copertina 122.