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documenti | 495 |
Ieri sera il Colonnello comandante questa guardia civica mi avvertì che una Deputazione della Repubblica di Venezia aveva a lui diretto un ufficiale austriaco appartenente al presidio di questo forte, e che giorni addietro ne era sortito con dispaccio pel generale d’Aspre, ma che fu preso dalle guardie civiche venete e tradotto a quella repubblica. Questa ora, mi diceva il signor Colonnello, amava che l’ufficiale rientrasse in cittadella per informare il Comandante la truppa dello stato attuale del Veneto, il che immensamente influirebbe al bene della città. Come mi si diceva, io lo feci accompagnare da un brigadiere dei carabinieri e vi fu ricevuto, osservate le molte cautele militari, perchè erano le ore due di notte. Secondo le intelligenze fra i deputati suddetti e l’ufficiale, quest’ultimo doveva risortire oggi alle 10 antimeridiane per ritornare dai primi, ed il brigadiere suddetto aveva l’incarico di attenderlo nella spianata del forte, per essergli di guida. Lo ha atteso più ore, ma non è comparso, e ciò dimostra che il Comandante non ha creduto di avventurare la di lui sortita. Ieri il Comandante del forte, conte Khuen, mandò da me il commissario di guerra austriaco per chiedermi qualche pubblico foglio della gazzetta universale di Augusta e di Vienna, che spiegasse lo state vero della Lombardia e del Veneto, onde conoscere nel suo essere sostanziale la posizione dell’armata austriaca d’Italia, perchè non può dar fede a’ bollettini che si pubblicano, o agli atti dei Governi provvisori. Questo suo desiderio pare fosse per prendere una norma, onde non resistere inutilmente, e per fare uso delle insinuazioni contenute nella mia lettera a lui diretta, che io comunicai in copia a V. S. ill.ma colla mia del 31 marzo scorso, N. 2886. I fogli richiesti non esistono in Ferrara, e pensai bene di spedire all’E.mo Legato di Bologna perchè me ne procurasse. Se li avrò, non tarderò a farli avere al detto Comandante, e mi auguro che possano conseguire il fine bramato.
Nel supplemento della Gazzetta di Venezia del 3 corrente si legge che l’Austria spedisce un corpo d’armata sull’Isonzo, comandata dal maresciallo Nugent, con animo di congiungersi all’armata del generale Radetsky, per riconquistare la parte perduta del regno Lombardo-Veneto. Questa notizia ha chiamato la mia attenzione sulla posizione di Comacchio, dove nel 1913, lo stesso maresciallo Nugent effettuò uno sbarco. Trovai quindi opportuno di spedire al generale Durando a Bologna, perchè pensasse a destinarvi una compagnia di Svizzeri con degli artiglieri, che prendessero la difesa del due fortini verso il mare, interessandolo ad un tempo di mettere in salvo tutto il resto del materiale di artiglieria, da noi acquistato colla capitolazione di quel forte, non trovando prudente di lasciarlo là in abbandono, ed all’incontro di utilità di averlo qui per uso della nostra armata. L’oggetto è così grave e ad un tempo urgente, che oggi stesso gli ho di nuovo scritto per sollecitare la provvidenza richiesta.
Non sono successe altre pubbliche dimostrazioni in aggravio all’Aggiunta di cittadini qui formatasi. Continua però a mormorarsi, nè senza riguardo, ciò che porta della disunione nella guardia civica, poichè i componenti dell’Aggiunta stessa sono tutti graduati, ed anche dello stato maggiore e gli opponenti appartengono pure allo stesso corpo. Da ciò ne consegue che si trovi difficoltà nella prestazione del servizio, quantunque non gravoso. In prova di ciò oggi il Colonnello comandante mi ha mandato il capo dello stato maggiore, per interessarmi a pubblicare una notificazione, per rendere coattivo il servizio, ed ho aderito alla inchiesta, trovando espleti tutti gli estremi voluti dalla legge per ritenere organizzata