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quei deputati erano possidenti; molti di essi ricchissimi possidenti.

In quell’Assemblea erano uomini insigni, quali il Mamiani filosofo e letterato già chiarissimo, il Bonaparte e l’Orioli valorosi scienziati, l’Armellini, il De Rossi, il Cicognani, il Lunati, il Galeotti, il Sereni, lo Sturbinetti e lo Zanolini, illustri giureconsulti; medici già venuti in fama quali il Bufalini, il Farini, il Fusconi, il Pantaleoni; uomini di grande espertezza in materie economiche, agricole, industriali, quali il Potenziani, il Minghetti, il Lauri, il Simonetti, il Berti-Pichat; o già noti per la cultura negli studi storici e letterarii, quali il Montanari, il Pepoli, il Marchetti, o già rinomati nel campo politico, quali il Recchi, il Mamiani, il Galletti, il Farini, il Minghetti, il Lunati, lo Sturbinetti - che o erano già stati al Governo o al Governo si trovavano in quel momento - e, infine, gagliardi e assai lodati pubblicisti, quali lo Sterbini, l’Orioli, il Gigli.

Nel complesso era un’Assemblea seria, illuminata, onesta; e vi predominava l’elemento liberale, patriottico, desideroso di propugnare la causa della nazionale indipendenza e lo svolgimento delle libertà costituzionali. Le opinioni temperate vi avevano certamente preponderanza; ma la temperanza delle idee era, per la maggioranza di quella Camera, subordinata al concetto che il Sovrano ed il Governo avrebbero persistito nel seguire la via intrapresa: se l’uno o l’altro, o ambedue avessero accennato a retrocedere; se il Papa si fosse voluto ostinane nella infausta politica delineata nella sua ultima Allocuzione; se il governo a quella politica si fosse acconciato, quell’Assemblea - benchè composta in notevole maggiorità di uomini ammiratori di Pio IX e seguaci di idee moderate - non avrebbero seguito nè l’uno nè l’altro, e, nel suo sono, si sarebbe sempre raccolta una maggioranza pronta a sospingere il Ministero ad una politica nazionale più decisa o a rovesciarlo.

La parte moderata vi aveva autorevolissimi rappresentanti nel Minghetti, nel Farini, nel Montanari, nell’Orioli, nel De Rossi, nel Cicognani, nel Fusconi, nel Lauri, nel Guarini, nel Marchetti, intorno ai quali era sempre pronto a raggrupparsi il nucleo, di mediocrità inviato alla Camera, sia in queste prime, sia nelle successive elezioni suppletive dalle Provincie setten-