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I collegi dove in minor numero si presentarono a votare gli elettori furono: Argenta (dove votarono 37 elettori su 503 inscritti); Bazzane (36 su 417); Bologna 2® collegio (70 su 438); Budrio (37 su 285); Castelbolognese (78 su 468); Castel San Pietro (63 votanti); Ferrara 2° collegio (33 votanti); Lojano (60 votanti); Rimini (89 votanti su 661 inscritti).

In genere gli elettori furono più numerosi e diligenti e più si appassionarono alla lotta elettorale nelle Provincie umbro-marchegiane e romana; meno nelle provincie settentrionali, e specialmente nelle provincie bolognese e ferrarese.

Un fenomeno poi avvenuto, durante queste elezioni in alcuni collegi delle provincie di Urbino e Pesaro, Macerata, Camerino e Perugia, è degno di nota.

Nel collegio di Cagli e Pergola monsignor Giulio dei conti Della Porta entrò in ballottaggio con 12 voti col conte cavalier Cristoforo Marcelli che ne ebbe 105. Al secondo scrutinio il conte Marcelli ottenne 113 suffragi e quelli di monsignor Della Porta scesero a 5. Ma ciò non toglie che egli entrasse in ballottaggio.

E lo stesso fatto avvenne a Gubbio, dove su 180 votanti il marchese Ranghiasci Brancaleoni riportò voti 135 e monsignor Giulio della Porta 18: onde entrò in ballottaggio anche qui, e se il marchese Ranghiasci vide ascendere i suoi voti a 158, quelli di monsignor Della Porta da 18 salirono a 28. E, probabilmente, fra quei due, il meno liberale non era monsignor Della Porta.

Contemporaneamente a Recanati su 211 votanti, mentre l’avv. Serenelli Honorati conseguiva 186 voti e 16 ne otteneva l’avv. Teofilo Valentini, monsignor prevosto D. Anastasio Adriani raccoglieva sul suo nome 14 voti.

A Perugia poi, che era divisa in due collegi, monsignor Carmelo Pascucci, nello stesso giorno, conseguiva 14 voti nel I collegio e 23 nel II, senza entrare in ballottaggio in nessuno dei due.

Ma a Città della Pieve, ove, al primo scrutinio, recavansi, il 19 maggio, a votare 127 elettori, mentre l’avv. Federigo Galeotti conseguiva 46 voti, 42 ne riportava monsignor Giuseppe Maria Severa, vescovo di Città della Pieve, intanto che l’altro candidato marchese Ludovico Potenziani ne raccoglieva sul suo nome 38. Onde, all’indomani, avveniva il ballottaggio tra l’av-