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capitolo settimo 437

zione; in molti altri, invece, le votazioni di ballottaggio si fecero il successivo giorno 20.

Dai verbali, esistenti nell’archivio di Stato e che io ho accuratamente esaminato ad uno ad uno, risulta che in parecchi collegi le operazioni furono inaugurate con l’invocazione religiosa e chiuse con l’agimus tibi gratias.

Nel collegio di Osimo si ebbe la più grande delle illegalità, commessa per eccesso di ingenuità. Sopra proposta di alcuni elettori, affinchè coloro che erano eleggibili e contemporaneamente anche elettori non potessero votare per sè stessi, l’ufficio di presidenza deliberò che ciascun elettore dovesse firmare la propria scheda, con che la votazione invece di essere segreta diveniva palese!1 Eppure ci fu chi superò il tratto di ingenuità dei 123 elettori di Osimo e fu il Consiglio dei deputati, il quale, visto che il conte Fiorenzi aveva riportato in ballottaggio 109 voti in confronto del suo competitore che ne aveva ottenuti soltanto 14, convalidò la elezione!

Come erano stati ingenui e primitivi i procedimenti dei comizi elettorali, così ingenui ed incompleti furono gli atti iniziali del Consiglio dei deputati, i quali, anzi, nei primi giorni, furono svolti con tanta imprevidenza ed inesperienza che non ne rimase quella traccia che il futuro storico avrebbe quasi avuto il diritto di attendersene, o che almeno, avrebbe potuto sperarne.

Fatto sta che nessuno degli storici e degli scrittori da me veduti, e che trattino di questo periodo, ha potuto apprendere tutti i nomi dei cento deputati eletti; neppure il Grandoni, neppure lo Spada, cosi accurati e minuziosi nel raccogliere e nel narrare i particolari di quegli avvenimenti, seppero e poterono mettere insieme i nomi di oltre ottantasei fra i deputati eletti il 19 maggio dai comizi elettorali dello Stato romano. Lo Spada, anzi, che tanta congerie di documenti, ne sempre con discernimento, raccolse, confessa ingenuamente che «non sembrerà forse credibile che all’apertura di entrambi i Consigli non si pubblicasse nè dal nostro giornale officiale, nè da quello dei dibattimenti, il quale venne instituito espressamente per dar-

  1. Verbali della elezione di Osimo nella busta n. 8, fra le carte del Ministero dell’interno del Governo pontificio, esistenti nell’archivio di Stato di Roma, raccolte nelle buste dell’anno 1848 dalla busta 6ª alla busta 11ª.