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capitolo primo | 35 |
specialmente le siciliane, le quali ad esser separate dall’altra parte del reame e ad esser costituite in siculo regno separato, sopra ogni cosa, agognavano. Ed è, giunti che essi siano dinanzi a questi fatti, che il querulo Balbo, l’insidioso Cantù e una frotta di scrittori, assai inferiori a quei due illustri, e sciorinatori di storie a metodo subiettivo, si domandano, più o meno commossi, più meno pallidi e sconvolti: ma come mai?… ma perchè non si posero d’accordo?… ma possibile, gran Dio, che non si mettessero d’accordo, mentre era tanto facile… e, sopratutto, tanto necessario … perchè noi potessimo concludere la nostra storia, come una commedia della vecchia scuola, a lieto fine?! E li, eccoli venir fuori con la loro famosa falange di se e di ma… se il Borbone fosse stato un galantuomo, se fosse stato mite, se avesse dato la costituzione un anno prima, se i Siciliani fossero stayi meno municipalisti o regionalisti … e cosi, a furia di mutare la situazione reale della scacchiera storica, cambiando, cervelloticamente, gli alfieri in torri, e i cavalli in pedine, a furia di sostituire a quella reale situazione fantastiche combinazioni, riescono alla conclusione di poter piangere e declamare sui fatti e di poter maledire ed imprecare sui loro autori, cioè sui nostri padri, perchè non intuirono e non indovinarono e non posero in atto la tardiva sapienza dei narratori piagnoni, postumi, e cosi a buon mercato, avveduti e cauti suggeritori.
Ma, invece, pur troppo, la storia, guidata dalle sue leggi logiche, e perciò inflessibili, cammina per la sua via, segue inesorabilmente le sue premesse e le querimonie subiettive dei postumi sapienti non ode, e quindi è che la realtà legittima delle cose in Italia era quale fu e quale doveva essere, per tradizioni, per pregiudizi, per interessi e per condizioni intellettuali, morali e materiali - che sono i veri fattori della storia - e quindi è che la grande maggioranza dei Siciliani preferiva, sopra ogni altra cosa, il regno siculo separato, per concorrere, poi, alla cacciata dello straniero, questo s’intende; la grande maggioranza dei Lombardo-Veneti si sarebbe acconciata col diavolo pur di riuscire all’immediata espulsione dello straniero, mentre la maggioranza dei Toscani desiderava, anzitutto, ordinamenti costituzionali, salvo a gettarsi poscia addosso ai Croati.