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capitolo settimo 411

gresso civile dei tempi, in ogni ramo della pubblica amministrazione.

In esso si stabilivano come obietto delle cure e degli studi dei nuovi legislatori: la riforma dei municipi; il riconoscimento per legge dei diritti di associazione e di petizione e della inviolabilità individuale e di domicilio; la libertà di stampa; la tolleranza religiosa; la riforma dei Codici; la riforma penitenziaria; l’abolizione delle giurisdizioni speciali; l’istituzione dei pubblici dibattimenti e della giuria popolare; le riforme tributarie; l’abolizione del giuoco del lotto; la bonifica dell’Agro romano; il miglioramento delle condizioni delle classi operaie; amplissime riforme nell’istruzione pubblica, la quale deve essere profonda ed universale; istituzione di scuole normali e tecniche; libertà d’insegnamento; scuole popolari; riforma della pubblica beneficenza.

Entrando ad esaminare le relazioni dello Stato romano con le altre provincie d’Italia, il programma Mamiani afferma che secondo la mente del Comitato deesi procurare per prima cosa di aiutare la guerra santa con ogni maniera ed efficacia di mezzi; che nella guerra sia mantenuta unità di comando e di azione; che sia composta subito una marineria nazionale; che sia promossa la pronta convocazione di una Lieta italiana, composta di rappresentanti eletti popolarmente e investita di amplissims facoltà per deliberare e decretare intorno agli interessi comuni della nazione; affratellamento progressivo dei vari Stati italiani siffattamente che tutti essi confondano ognora più l’autonomia propria nella comune e giungasi infine al temperamento migliore della varietà con l’unità; politica estera favorevole alla ricognizione e ricostituzione delle nazionalità conculcate e smembrate; confidare in sè medesimi e non negli aiuti e promesse di alcuno straniero; con l’Austria non transigere mai e non fermare la pace, finchè le Alpi non segnino da ogni banda i confini d’Italia dal Varo al Brennero e da questo al Quarnero1.

A farlo apposta, il programma Mamiani, venuto in luce quattro giorni prima dell’Allocuzione papale, pareva ed era, l’assoluto

  1. Contemporaneo del 29 aprile 1848, anno II, n. 51.