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capitolo sesto | 379 |
pronunciata1; è ormai provato che al Pasolini, presentatosi il 28 aprile al Papa per manifestargli le sue ansietà, questi aveva risposto: «Ma no, non temete, non vi fidate di me? non avete dunque conosciuto chi è Pio IX? vedrete che sarete contenti»2; è ormai provato che il 1° maggio, dopo la sommossa prodotta dall’Allocuzione, il Papa aveva incaricato monsignor Pentini - e questi lo affermava parecchi anni appresso al dott. Diomede Pantaleoni - «di scrivere una notificazione in favore della guerra, o almeno tale che le ansie del Ministero liberale ne fossero quetate», ed è provato altresì che quella notificazione scritta e spedita nella stamperia segreta della Segreteria di Stato fu dal cardinale Antonelli sostanzialmente modificata, onde «ne uscì quella notificazione che senz’altro fu affissa per Roma e che presto venne lacerata dal popolo tumultuante»3; per il che restano provate e la mala fede di Pio IX verso i suoi Ministri e la callida e tenebrosa politica adoperata dal cardinale Antonelli e dagli altri Cardinali reazionari contro i desideri e le speranze liberali e nazionali della maggioranza delle popolazioni italiane.
Stabilite le quali cose, in ossequio alla verità storica, io ripubblicherò la famosa Allocuzione, di cui - benchè essa sia notissima - stimo opportuno che i miei lettori abbiano qui il testo, perchè essi possano confrontarlo con quello della rimostranza dei Ministri liberali di sopra riferita; avvegnachè i due documenti, nei quali si rispecchiano lucidamente il pensiero politico della nazione da un lato e il pensiero chiesastico del Papa dall’altro, siano testimonianza irrefiutabile della flagrante contraddizione, onde erano stati avvolti e travolti, dal 16 luglio ’46 fino al 28 aprile ’48, gl’Italiani e Pio IX.
Ecco l’importantissimo storico documento, che dissipò, con la forza dell’aquilone, la nebbia del sogno neo-guelfo e
- ↑ P. D. Pasolini, op. cit., cap. VI, § 3, pagr. 108; F. Torre, op. cit. lib. I, pagr. 18 e 14; A. Saffi, op. cit, cap. IX, p. 245; D. Silvagni, op. cit., vol. III; cap. XIV; L. C. Farini, op. cit., lib. III, cap. V; G. La Farina, op. cit, lib. m, cap. XXIII; H. Reuchlin, op. cit., vol. II, cap. VI, pag. 191.
- ↑ P. D. Pasolini, F. Torre, loc. sopra cit; M. Minghetti, op. cit., vol. I, cap. V, da pag. 367 a 371; Costa de Beaubegard, Épilogue d’un Règne, chap. VII, pag. 198 et suiv.
- ↑ P. D. Pasolini, Costa de Beaubegabd, Minghetti, op. e luogo sopra citati.