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capitolo sesto | 377 |
bero stati i doveri di lui come Principe e non vollero entrare nei penetrali del cuore del Pontefice. Non erano essi che avevano creato quella situazione, non erano essi che avevano posto la persona di Pio IX nel terribile bivio dinanzi al quale ora esso si trovava: essi indicavano al Principe la via che egli avrebbe dovuto seguire come Principe; se un impulso più potente spingeva Pio IX a seguire, invece, la via tracciata da’ suoi doveri di Pontefice al Pontefice, che colpa ne avevano loro?..
Cosi avvenne che mentre i Ministri, lealmente adempiendo al loro dovere, si travagliavano a porre sotto gli occhi del Pontefice tutti i pericoli della situazione politica, continuavano assidue e pertinaci le trame degli ambasciatori di Russia, di Prussia, di Spagna, di Baviera e di Napoli e dei più reazionari fra i Cardinali attorno al perplesso e conturbato Pontefice, per mettere in rilievo, a’ suoi sguardi, i pericoli della situazione religiosa.
Di queste trame, da altra parte logiche e naturali, restano tali e tante e cosi evidenti traccio che sarebbe ormai puerile il negarle1. Per effetto delle insinuazioni, pertinacemente susurrate airorecchio di Pio IX, impressionevole, pauroso, scrupolosissimo, ogni sua reluttanza a troncare definitivamente gli equivoci e le illusioni fu vinta: a costo di perdere la tanto a lui cara popolarità, a costo di veder svanire per sempre il sogno carezzato di essere, o di apparire ed essere creduto almeno, il
- ↑ Di questo trame parlano, con asseveranza, dandone anche indizi e semi-prove, V. Gioberti, Rinnovamento citato, vol. I, cap. XIV; F. Torre, op. cit., lib. I, § 11, in cui si espongono tutti i particolari di quelle trame; E. Ruth, op. cit., vol. II, cap. VI, pag. 351 e 852; C. Rusconi, La Repubblica romana citata, Introduzione, pag. 9 a 11; Belviglieri, op. cit., vol. III, lib. XVI, pag. 125; C. Cattaneo, vol. cit. Proemio al primo volume dell’Archivio triennale italiano, pag. 282; F. Ranalli, op. cit, vol. II, lib. X, pag. 171 e 172; G. La Farina, lib. III, cap. XXIII; Garnier-Pagès, op. cit, tom. I, chap. IX, § 3° in cui mette in luce i tenebrosi raggiri dei reazionari attorno a Pio IX; C. A. Vecchi, op. cit, lib. I, pag. 18 e 19 e passim; B. Miraglia, Storia della rivoluzione romana citata, parte I, cap. III; P. D. Pasolini, op. cit., cap. VI, § 2° e 3°.
E, dal più al meno, fan tutti cenno di quei raggiri e di quelle trame dei cardinali e degli ambasciatori, dei gesuiti e dei reazionari, oltre i suddetti, l’Anelli, l’Alison, il Bersezio, il Bertolini, il Bianchi-Giovini, il Bianchi N., il Bonola, il Carrano, il Costa di Beauregard, il Colombo, il D’Azeglio, il De Boni, il De La Forge, il Deschamps, il Delorde, il Dyer, il Farini, il Flathe, il Gabussi, il Galletti, il Gaiani, il Gavazzi, il Grandoni, il Guerzoni, il Lamartine, il Leopardi, il Mariani, il Massari, il Mazzini, il Martin, il Min-