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360 | ciceruacchio e don pirlone |
Per dare effetto al disegno sottoposto al Pontefice per la conclusione di una lega fra i Principi italiani e per la riunione dei rappresentanti dei vari Stati della penisola in Dieta nazionale in Roma, disegno concepito e svolto nelle sale del Circolo romano e di cui ho già parlato, giungevano a Roma il 19 di aprile i delegati dal Governo napoletano a formulare, d’accordo col Governo pontificio, i preliminari della lega e Dieta italiana. Essi erano il principe di Colobrano, il principe di Luparano, il colonnello Gamboa, Casimiro De Lieto, il duca di Proto Pallavicino, ai quali erano aggiunti come segretari Ruggero Bonghi e Alfonso Dragonetti.
Il successivo giorno 20 giunsero i delegati dal Governo provvisorio siciliano allo stesso effetto: essi erano quattro uomini valorosissimi e da onorare il paese che rappresentavano, Emerico Amari, Giuseppe La Farina, il barone Casimiro Pisani e il padre Gioacchino Ventura, al quale il Governo siciliano aveva già conferito, poichè egli risiedeva in Roma, l’ufficio di ministro accreditato presso la Santa Sede.
Queste due deputazioni videro separatamente il ministro degli esteri cardinale Antonelli; avvegnachè la Deputazione napoletana avesse espresso divieto di trovarsi insieme con la siciliana e di fare qualsiasi atto che potesse essere interpretato come riconoscimento di quella legittimità, che i Siciliani andavano vantando e che Ferdinando di Borbone, ad essi, come a’ suoi ribelli, assolutamente negava.
Perchè conseguenza, non ancora estinguibile, delle secolari divisioni dell’Italia erano le gelosie reciproche non soltanto dei principi, ma dei popoli; onde avveniva che, come già dissi nel capitolo primo di questo volume, se concordi erano gì’ intendimenti degli Italiani allorchè si trattava di espellere lo straniero dalla penisola, se concordi erano nel volere più o meno larghe libertà di regime costituzionale, più non eran concordi, anzi eran lontanissimi da ogni possibilità di concordia, allorchè si fosse parlato di vera unità nazionale.
Quindi e che i più prudenti ed avvisati, anche fra i repubblicani e fra i più convinti e risoluti unitarii - quali, ad esempio, fra i sottoscrittori dell’indirizzo inviato al Papa, il 24 marzo, per iniziativa do I Circolo romano, affinchè egli si ponesse a capo