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358 | ciceruacchio e don pirlone |
Tutti i bizantini ragionamenti poi che lo Spada intesse sopra gli avvenimenti di quei due giorni, per insinuare che quei disordini potessero essere stati promossi dai liberali stessi - opinione alla quale accenna velatamente anche il Farini, - per aver motivo di rendere sempre più impopolari i loro avversari, cadono però e si infrangono miseramente contro i fatti e i documenti che lo Spada o non conobbe, o stimò opportuno non ricordare.
E i fatti sono questi: che il Ministro di polizia, avv. Giuseppe Galletti, adoperò la massima abilità ed energia, accorrendo a piazza SS. Apostoli a sedare personalmente il tumulto1 e prendendo poscia avveduti ed efficacissimi provvedimenti; che nei due giorni 11 e 12 e nei successivi furono eseguiti dalla polizia e dalle pattuglie della guardia civica più di cento arresti di facinorosi e di precettati; che fra questi arresti tre ne furono eseguiti sul fatto, uno la sera dell’11 e l’altro nel pomeriggio del 12, nelle persone di tre fra i principali promotori dei disordini e cioè Antonio Ciucci «colpito già da rigoroso precetto di polizia, siccome ladro dei più ribaldi», e Filippo Belardinelli e Giuseppe Santoni, di professione becchini, e i quali furono ambedue trovati armati2; e finalmente che, anche nelle sere successive alle due dei tumulti, come risulta dai documenti nuovi che pubblico, continuarono le rapine a danno degli onesti cittadini, rapine che erano accompagnate da invettive e minaccio contro gli infamacci civici e da atti di spregio contro le coccarde tricolori3; il che prova quali fossero i pensieri e le opinioni degli autori dei disordini e delle rapine.
Fatto sta che, per effetto degli energici provvedimenti adoperati dal ministro Galletti e dalla guardia civica, i tumulti cessarono, né più avvenne nulla di consimile. «Ma quella guardia cittadina» - scrive il Labaro giornale religioso-politico che aveva cominciato, come si vedrà, le sue pubblicazioni fin dal 15 gennaio col motto Religione-Civiltà e che ora diretto dal canonico D. Stefano Ciccolini - «ma quella guardia cittadina che, sorta per incanto, liberò nel luglio la città dagli orrori