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capitolo sesto | 345 |
agire e, all’uopo, combattere: avvegnachè operare non abbia mai significato, nell’italiana favella, stare immobile e fermo.
Ma, oltre il dispaccio del 28 marzo, di cui parlano il Minghetti, il Pasolini e il Farini, io ne ho trovato tre altri, inviati in data del 6, del 16 e del 18 aprile, dall’Aldobrandini al Durando - che riproduco fra i documenti - e nel primo di essi è scritto: «Ho ricevuto i suoi dispacci del 2 corrente, dai quali rilevo come le circostanze si facciano ognor più gravi, e potrebbero spingerla a una azione più decisiva. Il Ministero è unanime che ella debba regolarsi in quel modo che sia più conducente alla tranquillità e sicurezza dello Stato. Quindi l’autorizzo a prendere tutte quelle determinazioni ed a far fare alla sita armata quei movimenti che vedrà necessari al fine di cui sopra. - Sarà opportuno che, mentre ella si concerta con il Governo toscano, procuri che questo Governo faccia quei passi diplomatici verso la S. Sede, che in simili casi la regolarità richiede; dico ciò senza sospendere minimamente gli effetti che dai concerti medesimi possono derivare. - Similmente la esorto ad operare sempre di concordia con Sua Maestà il Re Carlo Alberto». Nel secondo di quei dispacci l’Aldobrandini scriveva al Durando: «non è mai venuta meno in me la fiducia che ho per lei, nè nel Ministero, nè nella Santità di Nostro Signore. Conosco i sentimenti generosi e patrii dai quali ella è animato e creda che ad essi lealmente e francamente rispondono i miei». E, dopo aver parlato dell’organizzazione dell’esercito, delle nomine degli ufficiali e di altre bisogne, soggiunge che «non intende minimamente derogare a quelle facoltà estese che fin dal suo partire a lui accordava e poscia più volte gli confermò. Le quali facoltà — dice il Ministro — io mi rallegro meco stesso di averle dato, vedendone i buoni effetti e non posso che ripeterle la mia intera fiducia», ecc. Nel terzo di quei documenti, al quale accennava il Farini ed altri degli storici di quegli avvenimenti, e che è un dispaccio del ministro Aldobrandini al Durando, è detto: «accuso ricevimento del gradito suo foglio del 14 corrente, che ho reso ostensibile subito al Santo Padre, il quale si è degnato rispondermi essere Vostra Eccellenza autorizzata a fare tutto ciò che giudicava necessario per la tranquillità