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capitolo sesto | 339 |
A questa Commissione fu offerto un banchetto nella cavallerizza del palazzo Doria a cui parteciparono duecento persone e durante il quale pronunziarono applauditi discorsi il genovese Carenzi e il romano Filippo Meucci e dissero acclamate poesie i romani Guerrini e Cagiati.
Una delle caratteristiche di quella efflorescenza primaverile di patriottismo, di quella spensierata giovinezza del nazionale risorgimento fu appunto la generale tendenza ai festeggiamenti giocondi, agli applausi continui, tendenza per effetto della quale quello stesso popolo e quegli stessi Circoli che avevano, con manifestazioni pubbliche di gioia accolto il patriottico dono dei cittadini genovesi il giorno 2 aprile, il giorno 5 partecipavano, con maggiore compostezza e solennità, serrati attorno alle nazionali bandiere, alla processione ordinata dal Papa per ricondurre nella chiesa di san Pietro in Vaticano, donde era stato derubato il 10 marzo, con grande dolore di Pio IX, il busto in argento di sant’Andrea apostolo, contenente le reliquie della testa di lui e che era stato ritrovato il 1° aprile, fuori di porta san Pancrazio.
Il Papa intervenne a piedi a quella imponente e maestosa processione, accompagnato da tutti i Cardinali residenti in Roma, dalla Corte pontificia, da tutte le corporazioni religiose, dalla guardia civica in armi, dai soci dei Circoli e da numerosissimo popolo.
E questa, che, a prima vista, parrebbe contradizione, non è: perchè il popolo era, nella sua maggioranza, liberale, ma era anche nella sua maggioranza e voleva rimanere, religioso; e siccome il Papa gli aveva fatto credere fin li - avvegnachè l’avesse creduto lui stesso e lealmente - che fede e libertà, patria e religione potessero essere simultaneamente ed ugualmente amate e venerate, cosi esso festeggiava, con uguale effusione di cuore, tanto il dono dei due cannoni, i quali dovevan servire per redimere la patria dallo straniero, quanto il ritrovamento della reliquia di sant’Andrea, che era e doveva essere gradito al Papa e ai ferventi Cattolici. E anche quelli fra i liberali, che erano increduli, ed erano, probabilmente, molti, non disdegnavano partecipare alla festiva processione, per riguardo e per rispetto di quel Pontefice, che aveva dato libertà e che essi credevano an-