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capitolo quinto 329

leva unicamente la guerra difensiva, ed era - e naturalmente e logicamente e razionalmente - approvato da’ suoi sudditi, quando lasciava credere la prima cosa, perchè i suoi sudditi erano e si sentivano italiani e volevano e dovevano volere la liberazione della penisola dal dominio straniero; e, perciò appunto, non era approvato ed ascoltato da’ suoi sudditi quando affermava la seconda cosa, perchè sarebbe stato pretendere tutto ciò che umanamente avvi di più impossibile, presumere che quindici o sedici mila soldati romani fossero stati, sulla destra riva del Po, con Tarma al braccio, impassibili spettatori della lotta disperata che gli altri Italiani combattevano di là, sulla riva sinistra, contro V odiato oppressore straniero. Simili cose non può immaginarle che il subbiettivismo fazioso del Balleydier e del De Saint-Albin, del Croce e dello Spada; ed io ringrazio e benedico Iddio che mi abbia fatto tale da non sapere di siffatte cose neppure alla lontana concepire.

L’ultimo atto della politica a partita doppia, adoperata fino a quel giorno da Pio IX, fu l’Allocuzione, in istile biblico e con chiusi concetti apocalittici, rivolta ai popoli italiani e con la quale, con arte sopraffina di chiaroscuri, pareva che il Pontefice volesse dir molte cose e poteva parer che dicesse nulla; con la quale sembrava che egli volesse la guerra e non la volesse, che egli desiderasse la redenzione d’Italia e che non la

    quindi le Alpi, e andare a sollevare la Polonia. Questo il disegno di Adamo Mìckiewicz; il quale, con una Commissione di quei primi quattordici legionari, recò al Papa la bandiera della legione, perchè egli la benedicesse. Il colloquio durò quasi un’ora e mezza: Pio IX, che parlava benissimo la lingua francese, parlò sempre in italiano, mentre il Mickiewicz, il quale favellava abbastanza bene in italiano, fece uso sempre, in quella udienza, della lingua francese: ognuno dei due voleva conservare la completa padronanza della propria parola. Il grande poeta polonese cominciò a parlare dei diritti sempre conculcati della sua nazione, delle benemerenze dal popolo polacco acquistate in servizio della civiltà, dei servigi da quel popolo resi alla Chiesa cattolica e, infervorandosi sempre più, con parola maschia ed eloquente, disse al papa: Beatissimo Padre, il mondo vi chiama ad essere il liberatore dei popoli, - Il Santo Padre - nota qui il narratore polacco - a queste parole sorrise in atto incredulo. Ma Adamo Mickiewicz non si perdè di coraggio di fronte allo scetticismo papale e continuò a perorare la causa della Polonia: disse di conoscere bene la gioventù polacca e affermò che se essa fosse abbandonata a se stessa e lasciata senza direzione, andrebbe dove l’attirerebbero le sue passioni. Qui Pio IX interruppe dicendo: se i Polacchi vogliono la repubblica, tanto peggio per loro. Il Mickiewicz riprese a dire che non parlava di forme di governo, questione secondaria, che si risolverebbe dopo, ma della indipendenza e della ricosti-