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326 | ciceruacchio e don pirlone |
Francesco Dall'Ongaro | per il Veneto | |
Giulio Litta Modignani | per la Lombardia | |
Massimo D'Azeglio | per il Piemonte | |
Giuseppe Massari | per il Napolitano | |
Carlo Rusconi | per Bologna | |
Cario Berti-Pichat | ||
Prof. Francesco Orioli | per lo Stato Romano | |
Rodolfo Audinot | ||
Luigi Masi | per Roma | |
Pietro Sterbini |
Era la prima manifestazione solenne per una Dieta federativa; era la prima timida affermazione che la capitale d’Italia - fosse pure riunita a federazione - doveva essere Roma; manifestazione e affermazione fatte da uomini di grande reputazione e di sentimenti moderati ed opinioni temperate, quali il Ventura, l’Albèri, il Massari, il D’Azeglio, l’Orioli, l’Audinot; onde ha proprio torto, e obbiettivamente e subbiettivamente giudicando, lo Spada, il quale, a proposito di questo indirizzo, leva alte querimonie, per soverchia tenerezza del potere temporale dei Papi, in quell’atto vedendo trame e minaccie che, non soltanto esso non conteneva, ma che non esistevano neppure nella mente di alcuno dei firmatari di esso.
Fra il 23 e il 30 marzo partirono, man mano, da Roma tutte le milizie regolari che vi stanziavano, o che vi giunsero richiamate da Civitavecchia, da Frosinone e dai confini meridionali dello Stato e tutti i vari corpi di volontari che, con sollecitudine precipitosa, vennero ordinati ed armati. Già circa trecento volontari erano partiti alla spicciolata, a manipoli, per conto loro marciando verso Bologna: e questi manipoli eran composti di giovani delle famiglie più ricche ed agiate, i quali partivano ben forniti di danaro.
Il 20 partirono, accompagnati da una infinita folla di gente, miileduegento volontari fra civici mobilizzati e Battaglione universitario; il 27 partirono altri millecinquecento uomini delle legioni volontarie e del corpo dei Tiraglioli1.
- ↑ B. Grandoni, op. cit., pag. 158 e 159. Cf. G. Spada, L. C. Farini, Pallade, Epoca, Labaro, Speranza, Contemporaneo dal 22 al 30 marzo 1848.