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capitolo quinto 319

«— Fratelli! - grida dopo aver volto abilmente ed a lungo lo sguardo in viso a tutti quanti lo ascoltano in religioso raccoglimento - fratelli! altro io non posso fare se non se svolgere ciò che prima di me vi hanno detto i due oratori i quali mi precederono.

«Difatti, l’uomo di Canino passa in rivista tutte le grandi figure dell’antichità, evocando le di loro ombre, scuotendo la polvere del loro lenzuolo funebre per farne una bandiera ad uso di quelli che egli chiama i risuscitati della vecchia Roma; poi, esteso maggiormente il quadro, scorre di volo sui punti più lontani ove in addietro aggiravansi le aquile imperiali, e rianima il passato onde stimolare il presente a servire d’esempio al futuro»1.

Conseguenza di questi discorsi fu che l’entusiasmo popolare salisse alla concitazione della febbre: al ritorno della folla dal Colosseo la città fu splendidamente illuminata: e in quella sera stessa «si celebrò la festa dei moccoletti in luogo di quella che non volle darsi in segno di lutto pei casi di Lombardia, l’ultima sera di carnevale»: e lo Spada è costretto a confessare che «una tal festa non mai riuscì o più numerosa, o più brillante di quella del marzo 1848. Il popolo si guidò da sè: e se non accadde alcuno sconcerto fu tutto merito suo, perchè quella sera la soldatesca non intervenne pel Corso»2.

E la spontaneità e l’entusiasmo di quelle feste fu tale che il Farini - dei festeggiamenti poco tenero - fu tratto a scrivere a proposito di quelle del 21 marzo: «Grandi furono le feste, né certo più spontanee e naturali mai; grande fu l’ebbrezza, né mai scusabile più, perché non v’ha più scusabile ebbrezza di quella che è procacciata dall’improvvisa fortuna della patria, e non v’ha giorno più fortunato di

  1. A. Balleydier, op. cit, cap. V, pag. 67 o seguenti. 11 racconto di lui è più circostanziato, ma concorda con quelli del De Saint-Albin, dello Spada, del Grandoni e dei giornali del tempo, compreso il Labaro.
  2. G. Spada, vol. II, cap. VII. Cfr. con Grandoni, op. cit., pag. 155 e col giornali Contemporaneo del 23 marzo, anno II, n. 35; Pallade del 22 marzo, n. 200; Labaro del 29 marzo, n. 14; Speranza del 23 marzo, anno II, n. 45; Epoca del 22 marzo, n. 6. Cf. con H. Reuchlin, op. cit, vol. II, cap. XIV, pag. 107.