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capitolo quinto 311

un illustre storico tedesco — era, a questi tempi, già sceso ad essere il protetto dell’eroe popolare Ciceruacchio1.

Ma quattro giorni prima di sottoscrivere la Costituzione, che ora una concessione politica fatta a’ suoi sudditi quale principe, Pio IX compieva un altro atto importantissimo come Pontefice o pubblicava, in data del 10 marzo, un breve indirizzato «ai Romani e a quanti erano figli e sudditi pontifici», con cui esortava tutti al rispetto delle corporazioni religiose e, s’intende, che, sebbene non indicata specialmente, alludeva alla sola minacciata dalla indignazione popolare, cioè la Compagnia di Gesù, e minacciava lo folgori di Dio e i flagelli della celeste vendetta sui trasigressori e dichiarava che, a reprimere qualunque attentato e a mantener l’ordine, si sarebbe valso della guardia civica e di tutte le forze che erano a sua disposizione.

Io mi guarderò bene dal biasimare, come pur fanno taluni degli storici della romana rivoluzione, questo breve papale che trovo logica, naturale, necessaria conseguenza della autorità spirituale di cui Pio IX era investito: e sarebbe assolutamente ridicolo non che pretendere, immaginare soltanto che il Papa avesse potuto pensare, scrivere od agire altrimenti; ma vorrei che questa equità di giudizio obiettiva fosse stata adoperata da tutti e verso tutti e che, perciò, anche gli storici papalini e dottrinari l’avessero usata allorché si trattava di giudicare i desideri, i divisamenti e gli atti dei liberali e dei patrioti; vorrei soltanto che la colpa di alcuni fatti sventurati di quel tempo anziché farla ricadere sul Papa, o sul Mazzini, o su Ciceruacchio si fosse fatta risalire sino alle vere sue cause genetiche, e cioè sino alla contraddizione e alla inconciliabilità delle due personalità di principe e di pontefice onde trovavasi investito Pio IX e all’equivoca situazione che, da quella contraddizione e da quella inconciliabilità, derivava. Avrei voluto che, con uguale obiettiva imparzialità, si fossero giudicate le successive dimostrazioni ostili ai gesuiti fatte dal partito liberale romano, il quale, logicamente e necessariamente, i gesuiti doveva detestare per ragioni opposte, ma altrettanto legittime a quelle per cui li amava Pio IX; avrei voluto...... ma che?..... a furia di esprimere desideri su-

  1. T. Flathe, op. cit., lib. II, cap. IV, pag. 704.