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capitolo quinto | 307 |
Conte Giuseppe Pasolini, ministro di agricoltura e commercio
Cardinale Giuseppe Mezzofanti, ministro dell’istruzione pubblica;
Principe Camillo Aldobrandini, ministro delle armi;
Avvocato Giuseppe Galletti, ministro di polizia.
Al ministro dell’interno Recchi fu dato a collaboratore un sostituto, o, come oggi si direbbe, un sottosegretario di Stato, nella persona del dottor Luigi Carlo Farini, al Minghetti, preposto ai lavori pubblici, fu aggiunto come sostituto il professore Niccola Cavalieri, al cardinale Antonelli fu aggiunto quale sostituto monsignore Gaetano Bedini.
Dell’Aldobrandini il Farini afferma - e con verità - che egli era «generosa e nobile figura di cavaliero, inchinevole a tutto ciò che è nobile e generoso1; ma dell’avvocato Galletti parla con mal dissimulato rancore, negandogli meriti e titoli che potessero giustificare la elevazione di lui al Ministero; e in ciò, siccome quegli che è mosso, forse inconsapevolmente, da spirito di parte, non è giusto. Il Galletti, di cui loda assai le doti e le qualità il Grandoni2, aveva, per lo meno, gli stessi titoli politici che aveva il Farini: aveva, come il Farini, cospirato contro il Governo pontificio, con questa differenza che al Farini era venuto fatto di esulare, allorché fu scoperto complice dei moti di Rimini nel 1845, mentre al Galletti, condannato nel 1844 a galera a vita, era toccata la brutta ventura di rimanere in carcere fino al 17 luglio 1846, cioè fino alla pubblicazione del decreto d’amnistia.
Quanto a doti d’ingegno e di cultura se il Farini era, a quei giorni, noto come medico valoroso - e non poteva essere ancora noto come insigne storico e insigne uomo di Stato - il Galletti godeva a Bologna fama di valoroso giurista ed era dotato di molta acutezza di mente, di larga cultura, di serena fermezza e di grande vigore d’animo, doti delle quali diede ampia riprova, durante gli anni 1848 e 1849, in gravi uffici e in difficili, momenti, onde - lasciando da banda, che qui non
- ↑ L. C. Farini, op. cit, lib. II, cap. XI; G. Spada, vol. II, cap. V.
- ↑ B. Grandoni, op. cit., pag. 143.