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esaminare se e fino a qual punto una Costituzione fosse possibile nello Stato pontificio.

Ma, frattanto, il popolo romano festeggiava, nello stesso giorno, 14 febbraio, il motu-proprio di Carlo Alberto, dato da Torino l’8 di quello stesso mese, e col quale egli prometteva ai popoli subalpini lo Statuto fondamentale di cui tracciava le linee principali, e il motu-proprio di Leopoldo II, dell’11 di quel mese stesso, con cui egli pure annunciava l’imminente pubblicazione della Costituzione.

Dimostrazioni festanti furono fatte al rappresentante del re di Sardegna in Roma, marchese Pareto, la sera del 14, e la sera del 19 al rappresentante di Toscana, e la Pallade del giorno 14 uscì tutta stampata in caratteri rossi. Essa conteneva un primo articolo intitolato: Viva Italia! in cui si faceva risalire sino a Pio IX il merito delle tre Costituzioni ormai assicurate a tre Stati italiani: nel secondo articolo pubblicava il motu-proprio di Carlo Alberto: nel terzo quello di Leopoldo II, e nel quarto una corrispondenza intitolata: Le feste di Napoli, ecc.1.

E, nel numero successivo, il giornaletto popolare, fustigando vigorosamente il Guizot, cattivo profeta e creatore di cattivi metodi storici, rendeva ragione del perchè fosse uscito il giorno innanzi in caratteri rossi col seguente articoletto:

«Pallade» perché rossa?


«Vi siete fatta rossa? — dicevano ieri alcuni a Pallade — Sfido io. Dopo che M.r Guizot aveva detto che a nominare Costituzioni in Italia vi volevano anni ed anni ed anni, e vedere quella di Napoli e udire che aveva echeggiato in Piemonte e prometterla Leopoldo alla Toscana e sfido io che una buona italiana non siasi intesa ribollire il sangue nel cuore, e che, per la gioia del cuore le sia salito alla testa e apparso sul volto! Mr Guizot, un ministro del re de’ Francesi, politico che osservava sottilmente le cose d’Italia, prendere un

  1. Vedi Pallade del 14 febbraio, n. 167. Anche il Contemporaneo pubblicò il 14 un supplemento straordinario contenente quasi le stesse materie trattate dalla Pallade. Cf. Bilancia del 14, 15 e 18 febbraio, nn. 98, 99 e 101, e Speranza del 15 febbraio, anno II, n. 25