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capitolo quinto 291

— si grida; e là si accalca il popolo intero. — Ecco il senatore. — Egli parla fra il plauso popolare: egli arreca i sovrani conforti. Parla il rappresentante del popolo, del suo dire chiama testimonio il principe Borghese: e il popolo grida: - il principe Corsini non ha d’uopo di testimoni. Il dottor Masi ripete le parole del senatore di Roma. Questi assicura che la domanda del popolo sarà adempita: nella settimana il Ministero sarà rinnovato, riorganizzato: uomini secolari, di pubblica fede vi saranno: verranno ufficiali di potenza amica, cui già son richiesti, a riorganizzare la truppa, e da potenza italiana, guerriera: essere il nostro Stato in perfetto accordo politico con la Toscana e il Piemonte. È meraviglioso come il popolo nostro si pieghi al parlare di un uomo di sperimentata fede: egli all’istante percepisce, tuttochè sia in grande commozione, che all’adempimento de’ suoi voti vuolsi qualche dì. La settimana! Si grida: "Viva Pio IX, viva il senatore di Roma, i principi Aldobrandini, Borghese!" e giù si mette per la via del Corso, festeggiando il suo rappresentante, che nella sua carrozza incede nel mezzo la grande massa. Questa lo accompagna al suo palazzo, lo saluta con evviva: quegli appare sulla loggia con Ciceruacchio al fianco: ringrazia il popolo della fiducia che ha posto in lui - dice ad alta voce: - "fidate in Pio IX che è con voi. I segreti dei principi non possono sempre svelarsi: egli ha d’uopo di consigliarsi sopratutto col suo cuore." Lungo spontaneo plauso di gratitudine interrompe le parole del senatore egregio: - si, col suo cuore - si ripete da tutti. - Ciceruacchio leva alta la voce: - Non strapazziamo più il nostro principe. - E l’idea del bravo, dell’onesto popolano è intesa da tutti: rispettiamo una salute sì cara: alle nostre case, alle nostre case. - Viva Pio IX! - Viva il principe Corsini! - E la grande massa tacitamente si allontanò.

«Perchè i calunniatori del popolo si vergognino con sè stessi, diciamo noi che esso, anche nella sua, commozione, mentre si vede tradito da maligni non tradisce mai l’indole sua generosa. — Tolga il Cielo che noi aduliamo: questa vile passione la lasciamo a chi è nemico del popolo; ma la generosità di esso è conosciuta da’ suoi calunniatori per prova, se voglion essi domandarne la propria coscienza. - Valgan ora a con-