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290 | ciceruacchio e don pirlone |
Benedetti, i quali vanno al Quirinale ad esporre 1 desideri della moltitudine.
Frattanto una compatta falange di popolo, capitanata da Ciceruacchio, va alla Lungara al palazzo del senatore principe Corsini, che è pregato a recarsi egli pure dal Papa.
Torna la deputazione e riporta «dal sovrano certezza di utili cangiamenti nel Ministero, di novella ordinazione di questo con uomini di pubblica fede, di armamento di truppe, di lega politica col Piemonte e la Toscana; cose, cui il benefico Pio IX, volgendo in mente i bisogni del popolo e le condizioni dei tempi, aveva già impreso a trattare. Una potenza guerriera amica ed italiana darà cinque ufficiali per riordinare la nostra truppa, per armarci a forte difesa: fra questi crediamo Durando di sperimentata fede e valore: egli è già qui, egli affretterebbe l’opera. Il senatore era andato con quegli stessi deputati e il principe Borghese al sovrano, e questi essendo uscito di palazzo, si dirigevan quegli ad incontrarlo. Intanto ferveva il popolo ignaro della cagion del ritardo: la piazza che dal popolo ha nome, fatta già centro de convegni popolari, la via del Corso gremivansi di accorrenti: era un richiedersi con le parole, con gli atti, col volto: si fondono i gruppi in una sola massa che si distende dalla piazza del Popolo alla piazza di Venezia. Una voce si ascolta: "Forti, abbiamo un Pio IX: vinceremo i suoi e nostri nemici". Trabocca allora il sentimento della immensa moltitudine in un grido: "Evviva Pio IX solo! - Armamento! - Ed altre voci che indicavano ai ministri che per conoscere i bisogni del popolo, per assicurarlo, è mestieri conciliarsene la fiducia, agire in buona fede, udire i consigli di coloro che veramente sentono il bene e la sicurtà della patria ed accoglierli. Così come mare fremente commovevasi la grande massa, gridando, strepitando: "Giù gli uomini di mala fede, abbasso, abbasso!" Viva l’indipendenza d’Italia, armi, armi!
«E che eran grida da esser seguite da azione lo diceva il volto, lo sguardo di ognuno, se il popolo non avesse avuto fiducia intera nel suo sovrano e nel proprio rappresentante, il senatore Corsini. Cadeva la notte e la ressa cresceva e le voci crescevano e la commozione cresceva. Alla piazza del Popolo!