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capitolo quinto | 279 |
fratellanza pei Milanesi da indirizzarsi al podestà di Milano conte Gabrio Casati, cui, in quel foglio, si rivolgevano caldissime espressioni di stima e di ammirazione pel virile contegno da lui tenuto di fronte alle autorità austriache in quella dolorosa contingenza. Il foglio fu sottoscritto da quattrocentoventiquattro cittadini - e fra essi tutti i pochi lombardi residenti in Roma - alla testa dei quali apparivano firmati Massimo D'Azeglio, Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, Marco Minghetti, Cristina Trivulzio di Belgioioso, ecc.1.
E già, fin dalla sera del 10 gennaio, nello stesso Circolo romano era stata deliberata la presentazione di una petizione al Papa, da trasmettersi per mezzo della Consulta di Stato, nella quale, dopo breve esordio, era detto: «Quando l’indipendenza di uno Stato è minacciata da un possente nemico, la suprema legge, il sacro diritto d’un popolo si è di preparare i mezzi della propria salvezza. I disegni invasori dell’Austria sull’Italia non sono più un segreto per alcuno. Arrogandosi il diritto d’occupare militarmente quegli Stati ne’ quali è chiamata senza domandare il consenso degli altri Governi italiani, senza che un forte motivo serva almeno di pretesto all’occupazione, l’Austria vuol farsi padrona dei nostri destini. Modena è già invasa; il popolo di Parma, minacciato dalle armi austriache pronte ad accorrere ad ogni cenno di quel duca, è ridotto al silenzio; il Governo di Napoli risponde colle carceri e coi supplizi alle preghiere ed agli evviva del popolo, perchè sa che le baionette tedesche stanno con lui; Ferrara, dopo tante promesse, non è libera ancora dai Croati; Vienna invia sempre nuovi reggimenti verso l’Italia, e pone l’armata sul piede di guerra, crescendo il soldo d’un terzo, e prepara le artiglierie d’assedio, ed ordina gli apparati di guerra necessari per entrare in campagna.
«In mezzo a tanti segni precursori d’una invasione, quando i pubblici fogli di Germania parlano apertamente di guerra, quando i partigiani dell’antico sistema d’oppressione rialzano il capo e congiurano contro il popolo, quei Governi
- ↑ Carlo Casati, op. cit, vol. II, cap. I e, fra i documenti, il XIII a pagina 480. Cf. con la Pallade del 14 gennaio, n. 142, e con il Contemporaneo del 15 gennaio, anno II, n. 6.