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capitolo quinto 269

vano acuito i desiderii delle popolazioni, e avevano queste rese esigenti.

Colla chiaroveggenza istintiva che illumina - quando si tratti dei più vitali interessi, dei più alti bisogni morali e materiali delle nazioni - la coscienza dei popoli, e che fa a questi intuire le necessità storiche di un dato momento, anche quando essi non ne abbiano una completa e limpida consapevolezza, il popolo romano aveva sentito e compreso che da quella politica dell’altalena bisognava uscire. Caldo di desiderii e di speranze, illuso anch’esso sulla possibilità che al Papa fosse dato porsi a capo del movimento nazionale, impedito, dai suoi interessi e dalla sua passione, di vedere che la duplicità dell’ufficio di cui Pio IX era investito, non avrebbe ad esso quell’atto energico consentito, il popolo romano, che vedeva e sapeva chi fossero coloro che rattenevano il Papa, e gli vietavano di seguire gl’impulsi del suo cuore d’italiano, voleva rimuovere, dando il governo e la polizia in mano ai laici ed espellendo da Roma i gesuiti, gli ostacoli che si opponevano all’attuazione dei suoi desiderii e alla soddisfazione di quel bisogno urgente di cacciare d’Italia lo straniero.

Certo pochi erano allora i veggenti, ai quali fosse dato scorgere l’inconciliabilità dei due uffici di Pontefice e di principe nello stesso uomo e la potenza della contraddizione personificata e lottante in Pio IX; il popolo quella contraddizione e quella inconciliabilità non vedeva e non poteva vedere; perchè il popolo non era e non è teologo, non era e non è dogmatico, e non si metteva e non si poteva mettere, neppure col pensiero, nel posto tenuto dal Papa: il popolo non si preoccupava e non poteva preoccuparsi dei doveri che. a Pio IX incombevano nella sua qualità di Pontefice; il popolo, che era ed è composto di uomini e di italiani, e non di preti e di ecclesiastici, non vedeva e non poteva vedere in Pio IX che il principe; e mosso e commosso dall’impulso de’ suoi desiderii e dalla necessità di realizzare il suo ideale politico - dietro il quale e sotto il quale si ascondevano grandi e complessivi interessi morali e materiali il popolo voleva ed esigeva che egli, agendo da principe, tutto si consacrasse alla causa de’ suoi sudditi.

E ben notava questa opposta diversità di apprezzamenti, de-