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capitolo quinto | 267 |
ovazione1 lungo tutto il cammino percorso dal Papa, la cui vettura dovette procedere lentamente, tanta era la folla che l’attorniava e la seguiva, fino al ritorno di lui al palazzo del Quirinale.
Il Papa era profondamente commosso, forse turbato, forse anche atterrito; perché varie ed opposte sono le narrazioni e le opinioni in proposito - probabilmente commozione, sgomento e dolore, per le grida che udiva contro la polizia e contro i gesuiti, si urtavano e confondevano nell’animo suo; onde fu preso da un deliquio che gl’impedì, poi, di impartire al popolo la solita benedizione dalla loggia del palazzo pontificio.
Il Montanelli chiude la sua narrazione, intorno agli avvenimenti di queste due famose giornate, con le seguenti notevoli parole: «E tutti a voler baciar la mano e le vesti di Pio IX. A un tratto di bocca in bocca corre una voce: — Il Papa si sente male. — E fu silenzio instantaneo, profondo. Pio IX rientrò nel Quirinale in cadaverica vista. Pioveva a dirotto. Il popolo aspettava la benedizione. Dopo un pezzo, il balcone s’apri . . . per annunziare che il Papa era malato.
«Lo idillio democratico-papale finiva con quello svenimento; e la verità della rivoluzione si sbrogliava dal poetico bailamme dell’entusiasmo piano»2.
E il Perrens finisce il suo racconto con queste parole: «Da quel momento Ciceruacchio fu il Re di Roma: era il regno di Mazzini che cominciava per delegazione e, per il momento, senza esclusione delle influenze rivali»3.
E, francamente, il Perrens esagerava il vero stato delle cose a danno della realtà storica.
- ↑ Benché con apprezzamenti opposti fra di loro, sono pure concordi nell’ammettere il trionfo di Ciceruacchio, in quel giorno, il Balbo, il Belviglieri, il Farini, il Montanelli, il Perrens, il Reuchìin, ecc.
- ↑ Montanelli, op. cit, vol. II, cap. XXXII, in fine.
- ↑ F. T. Perrens, op. cit, II, pag. 33.
bilità dei provvedimenti presi per impedire la dimostrazione popolare da Pio IX e lodano tutti la manifestazione dal giorno successivo 2, e il contegno della popolazione romana, del senatore Corsini e di Ciceruacchio. Contemporaneo del 4 gennaio 1848, anno II, n. 1; Pallade nel suo numero straordinario del 3 gennaio, nel n. 136 del 7 gennaio e nel n. 138 del 10 gennaio e Speranza del 4 gennaio, anno II, n. 1, in cui si contengono grandi elogi a Ciceruacchio.