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Ciceruacchio dovette, con energiche parole, persuadere la folla ad aver fede nel principe Corsini e in Pio IX.

Allora soltanto la moltitudine si sciolse gridando: Viva Pio IX solo! e acclamando al senatore e al tribuno e imprecando ai nemici della patria e della libertà.

E quando, all’indomani, nelle ore pomeridiane, il Papa uscì in carrozza a girare per Roma e fu accolto, dappertutto, con il più vivo entusiasmo e fra gli applausi e le grida frenetiche di viva Pio IX, viva Pio IX solo! susseguite dalle altre abbasso z reazionari! ... abbasso i gesuiti, Ciceruacchio, messosi sopra una vettura al seguito delle carrozze pontificie, secondo alcuni, salito addirittura sulla vettura di Corte che immediatamente seguiva quella entro la quale era il Papa, secondo altri, fece sventolare una bandiera, bianca e gialla, sulla quale era scritto a grossi caratteri: Coraggio, Santo Padre, fidatevi del popolo1.

Quell’atto di Ciceruacchio sollevò il più vivo entusiasmo nella moltitudine, la quale fece al popolano una continua e vera

  1. La narrazione di questi fatti è quasi uguale, tanto nelle pagine degli storici papalini, quanto in quelle dei moderati e dei liberali. Il Balleydier, il De Saint-Albin e il Croce aggiungono che Ciceruacchio, dopo aver fatto sventolare sotto gli occhi del Papa la bandiera recante il motto surriferito, lo ripetesse altamente con la sua voce avvinata. Per accuratezza storica quei tre scrittori - che non erano in Roma nessuno dei tre al momento in cui avveniva il fatto - avevano fino anche sentito l’alito della bocca di Ciceruacchio!! Quanto ai giudizi ed apprezzamenti degli storici a proposito di quei fatti possono dividersi in tre gruppi: il primo gruppo - composto del Balan, del Balleydier, del Cantù, del Croce, del D’Amelio, del D’Arlincourt, del De Saint-Albin, del Lubienscki e dello Spada - biasima altamente i fatti del 1° e 2 gennaio e tutta la responsabilità e la colpa ne fa ricadere sui rivoluzionari e nessuna sul Savelli, sul Ferretti e sui retrogradi; il secondo gruppo — cui debbono ascriversi il Balbo, il Belviglieri, il Farini, il Ruth, il Perrens — pur dando parte della colpa di quei tumulti ai reazionari, finisce per biasimare come eccessive le manifestazioni popolari cui, dal più al meno, quegli scrittori attribuiscono il carattere di rivoluzionarie; il terzo gruppo — a cui partecipano il Colombo, il Cattaneo, il D’Azeglio, il Grandoni, il Galani, il La Farina, il Miraglia, il Montanelli, il Pianciani, il Perfetti, il Pinto, il Rey, il Reuchlin, il Ranalli, il Saffi, il Tivaroni e lo Zeller — è nel complesso concorde nel riversare gran parte della colpa di quei fatti sull’atteggiamento e sulle provocazioni del partito reazionario e nel ritenere logica e legittima conseguenza dell’ambiente, preparato dai fatti precedenti, ciò che avvenne il 2 gennaio 1848.
          I principali giornali di quel tempo sono concordi essi pure col terzo gruppo di storici sopra menzionati, nel giudicare improvvido e ingiustificato l’atteggiamento della Segreteria di Stato e della polizia nel giorno 1° gennaio 1848 e lo biasimano severamente - meno la Bilancia che non ne dice nulla, e ne danno la colpa al partito reazionario, allontanano ogni responsa-