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capitolo quarto | 251 |
benedetto, perchè diretto dall’animo grande, dal cuore rettissimo del Padre dei fedeli, tendente solo ad accrescere la gloria dell’Altissimo, ad ampliare il celeste suo regno, ad adempire la santa sica volontà coll’insegnamento ed esempio continuo di tutte le virtù religiose, civili e sociali. I rappresentanti della città di Roma cammineranno sicuri per le vie dalle medesime segnate, subito che la Santità Vostra si degnerà benedirli: poiché fu promesso che la benedizione del legislatore alacri e spediti ne fa andare per l’arduo, ma sempre glorioso sentiero delle cristiane virtù1.
Con questa ascetica chiusa ebbero fine le parole del cardinale Altieri, alle quali il Papa rispose: «Esser grato ai sentimenti che per mezzo della eminenza sua manifesiavangli i consiglieri,
«Compiacersi delle molte dimostrazioni di esultanza verso la Santa Sede, che dappoi il suo innalzamento ài pontificato avevano avuto luogo in Roma.
«Colla istituzione del municipio aver dato ai Romani un attestato speciale delle sue sollecitudini pel loro verace vantaggio.
«Non dubitare (come diceva egli) che i consiglieri fossero animati da spirito di concordia; sperare che fra le spinose cure di governo la nuova istituzione gli sarebbe stata di conforto e di appoggio; ed esser persuaso della moderazione e della calma nelle loro deliberazioni affinchè tornasse cui esempio degli altri comuni. Raccomandava la scelta di buoni magistrati, e benedicendoli li accommiatava»2.
Indi i consiglieri uscivano dal Quirinale e si avviavano al Campidoglio.
«Presentavasi il corteggio preceduto da un drappello di dragoni e di guardie civiche.
«Venticinque carrozze di gala, gentilmente offerte dalla romana nobiltà, accoglievano i consiglieri. Erano precedute da quelle dell’eminentissimo Altieri.
- ↑ L. Pompili Olivieri, op. cit., vol. II, pag. 53.
- ↑ G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XXII. Cf. con B. Grandoni, op. cit., anno II, pag:. lOO e seg.; con la Speranza del 25 novembre, n. 17; con la Bilancia del 29 novembre, n. 59; con 11 Contemporaneo del 27 novembre, n. 48, e con la Pallade del 24 e del 25 novembre, numeri 106 e 107.