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capitolo quarto 243

Ad ogni modo il corteo dei consultori, dopo il ricevimento papale, magnifico e solenne, percorse trionfalmente la sua via, fra gli applausi della folla, che acclamava or l’uno, or l’altro di essi, ora tutti insieme li salutava: ma il più applaudito era Gaetano Rocchi, e ciò tanto per il suo noto liberalismo quanto perchè egli rappresentava la oppressa, la violentemente occupata Ferrara.

Le descrizioni della festa concordano tutte nell’affermarne la grandezza e lo splendore1.

La sera ci fu gran festa, a spese del principe Torlonia e a beneficio degli Asili infantili, al teatro Apollo, in onore dei consultori. Vi fu molto applaudito lord Minto, che fu poscia accompagnato all’albergo con grande dimostrazione di popolo.

Ciceruacchio fu accolto nei palchi dei consultori, parecchi dei quali vollero fare la personale conoscenza del celebrato capopopolo.

Già fin dal 1° ottobre, terminate finalmente le lunghissime elucubrazioni della Commissione nominata dal Papa fino dal l° marzo, era stato pubblicato, come dissi, il motu-proprio che ristabiliva il Municipio romano, e il Pontefice aveva nominato i cento consiglieri e cioè:

1. Altieri principe Clemente,
2. Boncompagni Ludovisi di Piombino principe Antonio,
3. Borghese principe Marc'Antonio,
4. Braschi Onesti duca Pio,
5. Colonna Doria principe Giovanni Andrea,
6. Corsini principe Tommaso,
7. Doria Pamphili principe Filippo Andrea,
8. Falconieri Mellini nobile Orazio,
9. Massimo di Rignano duca Mario,
10. Odescalchi principe Livio,

    proposito del Pontefice e il suo vero intendimento, e tolgon credito alla rappezzatura con cui si cercò, allora, di scusare quella sfuriata, avere, cioè, il Papa proferito quelle parole per l’eccitamento nervoso destato in lui della presenza dello Sterbini.

  1. Oltre al Grandoni, allo Spada, al Ranalli, al Belviglieri, al Baileydier, ecc., si possono vedere il Diario di Roma del 19 novembre, n. 92 il Contemporaneo del 16 novembre, nel foglio aggiunto settimanale, n. 7: la Pallade del 16 novembre, n. 99, la Bilancia del 16 novembre, n. 66, e la Speranza del 17 novembre, n. 16.