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210 | ciceruacchio e don pirlone |
sembrare anche ammonimento a quei pochi amnistiati che, per quelle oscillazioni del Papa, cominciavano ad oscillare nella fede verso di lui.
Ecco il sonetto, un po’ reboante, ma non brutto.
i graziati politici
A PIO IX
nell' anniversario dell'amnistia.
Raggriorna il dì, che col divin perdono |
La guardia civica, in questo frattempo, si veniva ordinando ed ammaestrando alle armi con grande ardore, anzi con un ardore che singolarmente contrastava con le abitudini pacifiche e con la natura indolente della popolazione romana, la quale, da quell’inatteso e precipitoso volger d’eventi erasi levata, come desta da lunghissimo sonno, tramutata da quella dell’anno innanzi, accesa da sentimenti patriottici, seriamente disposta alle opere ed ai sacrifici. I battaglioni, numerosissimi, prendevan parte alle esercitazioni, e una nobile gara fra i vari ufficiali superiori alimentava e accresceva lo zelo dei militi. 11 primo a far bella mostra di sè a Villa Borghese il 15 agosto con pubbliche manovre fu il 4° battaglione di cui era tenente colonnello il principe Aldobrandini e vessillifero Ciceruacchio. Il principe Borghese imbandì poscia ai militi sontuoso banchetto. Il Del Frate, lo Sterbini, il Sarzana, il Checchetelli, semplici militi di quel battaglione, improvvisarono brindisi e poesie, fra cui riferisco questa quartina del Checchetelli:
- ↑ Pallade del 1° settembre 1847, n. 48.