Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/203

196 ciceruacchio e don pirlone


Di lui già l’artista Antonio Rossetti aveva scolpito una statuetta rappresentandolo «in piedi, colla sinistra impugnando l’amata bandiera poggiata a terra: la destra stringendo il cappello; mentre il braccio sollevato e teso, la testa rivolta in su, e la bocca spalancata a un grido di evviva ci porgono il buon popolano in quell’attitudine più col rispondente a quanto sappiamo di lui e del suo grande affetto al Pontefice. La camiciuola poi, di che egli va vestito, ci attesta che in Ciceruacchio " honores non mutant mores"»1.

Già l’onesto capo-popolo aveva cominciato ad esser carezzato da qualche grande. La principessa reale di Sassonia, allora dimorante in Roma, aveva voluto conoscere Ciceruacchio e, dopo averlo ricevuto, aveva voluto che esso conducesse a lei anche i suoi due figli: Luigi, il quale aveva allora 20 in 21 anno e Lorenzo, che ne contava poco più di 112.

Ma, dal giorno della congiura3, la sua popolarità e autorità crebbe rapidissimamente e in tal guisa che i princìpi e i cardinali, a cominciare dal Borghese e dal Torlonia, dal Ferretti e dall’Antoneili, ebbero, o mostrarono di avere, sommamente caro l’ottimo e valoroso popolano.


  1. Paìlade n. 5, del 21-22 giugno 1847.
  2. Pallade, n. 6, del 23 giugno 1841. - Per le lodi tributate in quei giorni a Ciceruacchio, oltre la Pallade, che dal 15 luglio al 15 agosto, ogni due o tre giorni pubblicava un articoletto di plauso pel tribuno, cfr. anche la Bilancia del 24 luglio, n. 23, nella quale il Mazio si diffonde ancora in ampie testimonianze di reverenza e di affetto per Ciceruacchio e il n. 24 del 27 luglio, in cui rincara la dose con nuovi elogi l’avv. Cattabeni.
  3. Circa alla congiura di Roma ne affermano in modo positivo l’esistenza l’Anelli, il Beghelli, il Belviglieri, il Bianchi N., il Bianchi-Giovini, il Cattaneo, il Colombo, il D’Azeglio, il De Boni, il De La Forge, il Del Vecchio, il Galani, il Gioberti, il Garibaldi, il Grandoni, il Garnier-Pagès, il Gabussi, il Guerzoni, l’Hamel, il La Farina, il Leopardi, il Mariani, il Miraglia, il Montanelli, il Mazzini, il Nisco, il Pandullo, il Perrens, il Pianciani, il Pinto, il Perfetti, il Régnault, il Reuchlin, il Riccardi il Saffi, il Tommasoni.
          Benchè non si palesino completamente persuasi che propria e vera congiura vi fosse, sono tutti, dal più al meno, proclivi al credere che provocazioni, minaccie per parte dei reazionari e financo trame vi fossero, il Balbo, il Descamps, il Farini, il Flathe, il Giusti, il Lubienscki, il Martini, il Pasolini, il Ranalli, il Rey, il Rossi, il Rusconi, il Ruth, il Tivaroni e lo Zeller.
          O non credono alla esistenza della congiura, o la credono immaginata e inventata dai liberali, il Balan (Storia della Chiesa cattolica dall’anno 1846 ai nostri giorni, continuazione alla storia universale della Chiesa cattoica dell’aàate Rochrhacher, scritta da monsignor D. Pietro Balan; prelato do-