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194 | ciceruacchio e don pirlone |
fidi, la caccia, e taluno ne arrestò dal 14 al 16 luglio, intanto che i Circoli romano e dei commercianti dichiaratisi in permanenza, chiamavano alle armi i pochi civici già forniti di fucili, e mentre, per iniziativa di Ciceruacchio stesso, dei principi Rospigliosi, Borghese e Corsini, e dei duchi Torlonia, Rignano e Cesarini, si copriva di firme una petizione con cui si chiedeva al Papa l’immediato armamento di tutti i diecimila cittadini ascritti ai quattordici battaglioni civici. Quella petizione fu recata al Papa da una Commissione composta del principe Rospigliosi, del duca Massimo e di Angelo Brunetti. Il Pontefice ordinò al Rospigliosi, che era il generale della civica, che subito si provvedesse all’armamento di essa.
E così, in mezzo alla giusta concitazione degli animi, «il popolo inaugurò il suo regno, perchè caduti essendo in sospetto e impiegati di polizia, e agenti, e carabinieri, cessò del tuth per dice o tre giorni, a funzionare quel dicastero. E regno però del popolo, in tanta esasperazione di ire e di sdegni, rimase incruento, e non si ebbe a deplorare alcuna vita spenta. Ciò a lode eterna della moderazione del popolo romano»1.
In questo frattempo, e proprio il 15 luglio, arrivava a Roma, accolto con straordinario entusiasmo, il nuovo segretario di Stato cardinale Ferretti, il quale si diè dopo qualche giorno a visitare i quartieri della guardia civica, animandone i militi, con parole infiammate di amor di patria, alla conservazione della quiete e dell’ordine e pronunciando le parole, rimaste famose: «Mostriamo all’Europa che noi bastiamo a noi stessi».
Unanimi sono gli storici di questa età nel lodare la guardia civica romana, alla cui fermezza, energia e patriottismo si dovette in gran parte se poterono essere evitati, in questi torbidi, eccessi ed effusione di sangue2.
- ↑ G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XIV. Monsignor Morandi, nuovo governatore di Roma, nel suo editto del 20 luglio, loda altamente il popolo romano o la guardia civica per la loro bella condotta.
- ↑ Lo Spada, e il La Farina, il Bertolini e il Saffi, il Belviglieri, il D’Azeglio, il Colombo, il De La Forge (Des vicissitudes politiques de l’Italie dans ses rapports avec la France, Paris, Amyot, 1850, vol. II, § 7, pag. 126 e seguenti) e moltissimi altri sono concordi nel lodare la guardia civica romana, specialmente per l’atteggiamento energico e patriottico da essa tenuto in tale occasione.
Ma anche i giornali del tempo, a cominciare dal Diario di Roma, foglio