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per le finanze e per l’amministrazione, la quale doveva essere composta di un rappresentante per ogni provincia da scegliersi dal Papa sopra le terne a lui sottoposte dai governatori delle Provincie stesse. Cosi erano occorsi dieci mesi perchè, in mezzo alle insidie dei gregoriani, fra le tergiversazioni della Curia, Pio IX potesse concedere a’ suoi sudditi ciò che a loro favore domandava il famoso memorandum delle cinque potenze nel 1831! Cosi erano occorsi dieci mesi per accordare ciò che, ragionevolmente, poteva sembrar concessione importante nel 1831, ma che, trascorsi sedici anni di desiderii, di speranze, di tormenti e di evoluzioni della coscienza nazionale, non poteva essere considerata che come stantia concessione e inadeguata ai bisogni e insufficiente a lenire l’ardente temperatura in mezzo alla quale quella tenue doccerella veniva irradiata.

Nondimeno tanto era l’affetto che le moltitudini nutrivano per Pio IX, così profonda la fiducia che esse avevano in lui, così generale il convincimento che egli si trovasse accerchiato da una viperea congrega di nemici di ogni riforma e che egli avesse quindi bisogno di essere sorretto ed incoraggiato, che il giorno 22, appena la circolare Gizzi fu nota, una imponentissima dimostrazione popolare trasse al Quirinale. «Quell’annuncio diè occasione ancora ad una di quelle solenni manifestazioni di gratitudine, alle quali il popolo romano era ormai abituato da più mesi: si fece conto che non meno di ventimila plaudenti si recassero a render grazie al Pontefice sulla vetta del Quirinale»1.

Ma anche contro questo festeggiamento invelenisce lo Spada, trama di settari!, non libera manifestazione di popolo appellandola, contro la concorde affermazione di moltissimi altri storici di fede degnissimi2. In questa circostanza Ciceruacchio recava trascritta sulla sua bandiera la circolare del cardinale Gizzi.

Il 29 di aprile usciva il numero programma del giornale moderato costituzionale, intitolato La Bilancia, di cui era di-

  1. F. A. Gualterio, op. cit., vol. VI, cap. XX, pag. 282.
  2. G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XII in fine. Contro le sottigliezze casuistiche di esso, concordi affermano la sincerità e la solennità della manifestazione del 22 aprile il Grandoni, il Farini, il Gualterio, il La Farina, il Ranalli, il Belviglieri, il Saffi.