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capitolo secondo 97

   Inni a Pio! Tutte ne esultano
Del cristiano orbe le pronti:
Vede Italia in luce insolita
Rider suoi campi fiorenti:
Roma alfln dai sette colli
Di gioioso pianto molli
Le pupille innalza al ciel.

Dopo avere descritte le lagrime delle madri e delle spose dei prigionieri ed esuli politici e le gioie e le letizie del ritorno gli sventurati fra le braccia dei loro cari, il prof. Mezzanotte audacemente afferma che il perdono non è che l’inizio dei benefizi del pontificato di Pio IX e non si contenta di affermare sulle generali, ma partitamente indica le riforme che il nuovo Papa debbo introdurre nell’amministrazione dello Stato, e che suoi sudditi attendono da lui:


   Roma, e Felsina, e la dorica
Lungo il mar sublime Ancona,
E Perugia, e il bel Pisauro,
Che son gemme a la corona
Onde adorne in vivo lume
Fe' di Pio la fronte il Nume
Ne l'arcano suo voler;

   Iterando plausi, adorano
A l'eccelsa maestate
Del Gerarca, e Sir mitissimo
Ch'or di sè le fa beate,
E di Lui speran bramose
Vie più bello ordin di cose
Da l'onnipote saver.

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   Deh! si come già si schiudono
D'ordin tuo ferrei sentieri,
Più navigli Tonde corrano
Rapidissimi e leggieri
Per vapor che gli sospinge,
Onde grado ultimo attinge
Or l'accorto umano ardir.

   Splenderà così più florido
Il Commercio, e in vuote vene
Vital sangue fia ricircoli,
Di conforto unica spene;
E non più Cerere a noi
E Lièo con Palo i suoi
Doni indarno largiran.