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c RjjJ?ojìa di Donrt Ippolito

fotto le cui leggi chi non viue è eretico manifedo. La terza parte fi niega da tutta la Chielà Latina -, la qual non coniente a gli errori de’Greci, ma tutti li condanna. Chi canonizerà - . adunque i due martiri,che per fodegno di quedo articolo lò no morti ?

Il quarto,perche mette a romore,& riuolge lòttofopra tut ta la Republica ciuile & ecclefiadica, la quale non penetrando i cuori,non può giudicare chi fi a in peccato mortale:& chi nò. & pur ella non può dar lenza capiterò a tutto tranfito lo condannai anathematiza; & per conlèguente fcommunica i due martiri,che pazzamente tale articolo hanno penlàto di difender col làngue.

Il quinto,anderà con l’ideffe note, che anderà l’ultimo di -.Giouanni Hus che hor’hora le ne verrà in campo. 1

Il fedo,da ogn’huomo da bene,& anco da ciafcun’cattiuo è maladetto,& elfeerato,oltre a tutte le fcritture fiacre. I buo mi lo efiecrano per non fi laficiar ridurre alla forza & uioléza, r& redar lenza ogni uirtù & bontà entro di loro, fapendo,che ' inon è uirtù,le non è per elettione & uolontà libera. i tridi,lo iinalediconojperche pregando elfi li giudici che glicadigha r no,uorrebbono commouergli a perdonar loro : ma le ogni Cofia uien di necedìtà,che bisognano prieghi ? Le fcrittureiij ere poi lo ficommunicano del tutto,perche elle rimettono a gli huomini quali le piu importanti cole,con dire conditiona tamente, Se farete la tale, & la tal altra cofa &c. ma fe di nc r rcelfità ogni cofa auiene, a che tante conditioni ?

Hor fu,poi che lècódo te o Vergerio ogni colà di neceflìtà auiene,anch’io fon qui sforzato dire, che ho un grà dubbio, che p coprir qualche tuo difetto,operato in Italia & fuor d’I talia,tu ti fia uoluto aiutare co quedo articolo,come fe tu fof fi dato sforzato a far quanto hai fatto. Ma lappi, che non è peccato,che no fia uolontario,& perciò i peccati fi chiamano temer.i. Inuentioni nodre dalle fcritture fiacre,& fono chiamati no-

dre uie. non bifogna dunque,che fo tu hai profanato i mona fterij delle Vergini,quando diceui elfer de’nodn,&fe hai infi •*: . . diato