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contra'l ter^oferino del Verg. t$t
riuocato a quella,attefo che, Nemo corrigere pot'erit, quertì
Deus defpexerit,&c.Or tutto ciò hauete udito ciafcun di noi
che nella fcuola liete ; & nondimeno qual è di ùoi che ui hab-
bia fatto mai un fol penderò? Chi ha mai tratto un fol fofpiro
con dire,Dio uoglia ch’io non ha un di quelli? anzi pare che oJio de glie*
per uofira ultima difgratia,coloro che entrano in tal umore fu retici cdtret di
biro fi mettano ad hauer in odio chi gli uuol auifare, & odian chigliauifi,
do la mano del medico, chi può fperar di guarirltfCertamen-
te fi può dir del cafo loro ciò che dille Giacob di Tuoi propri j
figliuoli,Maledi&us furoreorumquia pertinax,& indigna-
tio eorum quia dura.ò maladetto furore,poi che fi ritroua tan
to pertinace nella openion fua propria, & maladetto fdegno
c’hanno centra chi con ogni amoreuole officio gli affila ; già
cheper lui le ne Hanno ognor piu duri. Et chi può qui rompe
re tanta durezza ? niuno, fuor che Iddio:adunqueben fta che
niuno a fimil pefte,& tempefta,polla con arte alcuna prouede
re,come ottimamente l’infelice Vergerio qui ha confelìàto :
& perciò è uero anco tutto quel ch’io ho foggiunto, che elfi faranno fempre gli eretici elpreffi.
Ma torniamo al fatto noftro. Il Bafilienfe uoleua,chei Verger/* * Vefcoui non folo hauellèro ad intender bene la caufa,ma che « pagalfero le lor cofcientie,dettando effi medefimi i decreti,& » pronuntiandogli fecondo il proprio giuditio. Il Tridentino « non la uuol coli : ma che i decreti s’habbiano a impallricciare « nel Vaticano dal Vefcouo di Roma, & poi mandarli perle po ”
(le a i Legati, che fono in Trento, i quali gli propongono a i ” buoni Vefcoui che gli autentichino: non ui mettendo però ” altro di fuo,che la gorgia,& la bocca, che è una delle maggio ” riuigliaccherie,&lapiuuituperolaferuitùintalfortediper- « fone,che fia poffibile ad imaginarfi. ”
O tu credi di ragionar con fmemorati, o tu lèi tanto balor- I ^- dojche non ti ricordi dal nafo alla bocca :ò potrebbe.elfere ancora che non fapendo altro che dire ritorni adietro,per eia pir il foglio. Credojche già mille uolte ti fia ufeito dalla pen na quefto fteffo i & come pentì tu di farcela credere, piu nei
tìne ?