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19 a %jjpòfta di Tlonrt Ippolito

“ fapienti & prudenti,& le riuela a i paruoli.

ìppoiitò. Coli occorfe nel Concilio Niceno primo jOue Pafnutio Vdfnutio . k tutt0 il Concilio nella Tua fentenza. _ ì

Vergerlo, ' Sono Oliane tolte dal Latino di parola in parola.

Ippolito. ' Tu fei un galanfhuomo a faper cofi ben tradire l’Olio di La

tino in uolgare,io non me n’era accorto.

Ma lo addimandiamo, che cola fi haurà duque da fperare» “ quando in un Concilio non ui farà queft’unparuolo? . .

Ippolito / Rifpondo, Il Luterano haurà allor da fperar la uittoria ,$£

noi efier licori della perdita.

v&gcrh. Et la cagion perche ciò io dimandi, è, percioche quando lc uoi per opera de’ frati fpioni ne potete conofcere alcuno,che <c fiatale,dico paruolo,& regenerato a chi Io fpirito lanto riue- cs la itnifterij delle cofe di Dio, Voi lo folete fcacciare fuori de « uoftri Cócilij,& anco fuor della uita corporea quàdò potete. fppolito. Haurei creduto,che(da Dio in giù)niun'hauelfe potuto co

uiuno può co no f cere alcun paruolo regenerato,perche mi fon fempre peti nofcere ìlregc p ato ^ p en f 0;) anzi fon certo,che la generatione confitta den- perAto. tr0 nell’huomo interiore,come per lo contrario la corruttio-

■■ ne ^ & uecchiaia confifte di fuori neH’huomo efteriore. Onde non elfendo alcuno, che penetri di dentro le cofe de gli huo- i .Cer.a* mini,fuor che Dio & l’huomo iftelfo : Nemo nouit, quse fune

hominis, nifi fpiritus hominis qui eli in eo,&c.Nó habbiamo ardito mai alcuno di noi, attribuire al Papa ( nòn che a’frati) che egli habbia potentia di fpiar la regeneratione de cuori,fai uo per qualche fegno efteriore affai fallace. Ma qui il Verge rio per l’amor che ci porta attribuire tutto ciò al Papa, & a’ frati. Et come amoreuolilfimo fi mette anch’eftò indozina con loro,moftrando che fa chiaro quai fono coftoro cofi rege nerati j col nominarli particolarmente,& dire,

Verg. Conciofiacofa, che in effetto non fono quelli paruoli de

« quali Cullo parlò,fe non gli elettile non i giuftificati, fe non « quei,che uoi chiamate Luterani.

Ippolito » Dio te la perdoni ,.che ogni cofa ftaua bene , fetu non ag-

eiungeui quella coda. Non è chi dubiti che i paruoli & rege-

cerati»