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studi giovanili 69

tirannia. Noi avevamo dei sovrani affettuosi ed amabili che anteponevano la felicità dei loro sudditi alla propria ambizione: o piuttosto che non aveano altra ambizione che quella di formare la felicità dei popoli. Invano tu volevi strapparceli. Noi li possediamo tuttora, noi li conserveremo, e queste famiglie sacre saranno la eredità dei nostri posteri, e il prezioso pegno che gl’italiani fedeli e sensibili consegneranno ai loro figli.»1

Oh come Monaldo dovè rimanere sodisfatto a leggere la chiusa del Saggio e queste parole della Orazione! Dunque l’educazione da lui data ai suoi figli aveva portato nel primogenito i suoi frutti! — Ahimè per poco! — Il Saggio e e l’Orazione, ch’egli credeva essere l’affermazione dei principii religiosi e politici che avrebbero guidato per sempre la vita di lui, erano invece il testamento dell’uomo fatturato dall’esempio e dagli insegnamenti paterni che, sentendo venire la sua fine, si prepara a cedere il posto all’uomo della natura rivelato dagli studi a sé stesso.




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  1. Giacomo Leopardi, Scritti letterari citati, vol. I, pag. 367.